Recensione: Balls To The Wall

Di elena0308 - 1 Gennaio 2004 - 0:00
Balls To The Wall
Band: Accept
Etichetta:
Genere:
Anno: 1983
Nazione:
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96

Esce nel 1983 questo BALLS TO THE WALL che con RESTLESS AND WILD e METAL HEART rappresenta la produzione più amata dello storico gruppo tedesco. Alla voce il carismatico e unico Udo che lascerà il gruppo nell’86 per poi ritornarvi nei primi anni 90,segnando i momenti di apice della band,al basso e alla batteria rispettivamente Peter Baltes e Stefan Kaufmann che insieme al grandissimo chitarrista Wolf Hoffman sono presenze pressochè costanti nella formazione ,e Hermann Frank alla chitarra ritmica che resterà soltanto un anno nel gruppo.
L’album apre in pompa magna con il pezzo più bello e più strutturato del disco,
BALLS TO THE WALL, una canzone antemica che invita alla lotta contro ogni forma di oppressione. Un tema abbastanza inconsueto per gli Accept che generalmente preferiscono temi più di svago (musica,amore,sesso) ma che ,pur avendo nel testo un significato metaforico, non possiamo non ricondurre a quell “wall” che divideva Berlino Est da Berlino ovest all’epoca della pubblicazione; siamo infatti in piena guerra fredda e la situazione politica è decisamente tesa. Il pezzo è molto cadenzato,l’attacco è blando ,pacato ma sale in un crescendo trionfale fino al culmine quando Udo inneggia le magiche parole “show me the sign of victory!!!” Il carismatico singer si fa portavoce di tutti gli ‘slaves’ del mondo contro gli oppressori e contro chi finge di non vedere.
L’incedere è addirittura marziale nell’ultima parte del pezzo con il rumore di soldati in marcia accompagnati dal coro,il tutto a ricreare l’atmosfera militare di oppressione…e allo stesso tempo di rivincita e desiderio di libertà. Dopo questa botta di energia e carica
si cambia registro con la frizzante e leggera LONDON LEATHERBOYS che ci tuffa nella patria dell’heavy metal nel suo periodo più glorioso che chi come me non ha avuto la possibilità di vivere,rimpiange un poco.
Segue un intro ultrametallico che apre FIGHT IT BACK dove la voce gutturale di Udo si fa ancor più graffiante e dove troviamo uno dei giri di chitarra più belli dell’album (nel ritornello) e un assolo travolgente; proprio sugli assoli di Hoffman ogni canzone meriterebbe un discorso a parte,esso è parte fondamentale di ogni pezzo degli Accept,si fonde perfettamente con l’insieme e i riff decisamente heavy ma allo stesso tempo emerge dal pezzo con un suono ogni volta diverso ma sempre incisivo e cristallino e non può non colpire una mante della musica a tutto tondo.
Seguono HEAD OVER HEELS, LOSING MORE THAN YOU’VE EVER HAD e LOVE CHILD catchy ed eleganti come tutte le canzoni degli Accept del periodo d’oro, molto influenzate da un sound tipicamente Judas Priest (basti pensare che il chitarrista Fischer lasciò il gruppo nell’82 per supportare un tour dei priest anche se poi tornò l’anno dopo la registrazione di questo album). Le due song tuttavia risultano poco incisive e un pò troppo ripetitive rispetto ai pezzi d’apertura.
Una carica di sensualità,tipica degli Accept che mettono il sesso in modo abbastanza esplicito in molti loro pezzi,arriva con TURN ME ON dove la voce di Udo si fa accattivante e decisa raggiungendo l’apice con “i know you want some more”, quale ragazza si tirerebbe mai indietro a una proposta in siffatta maniera!?
Questo mi ricorda che la presenza femminile nell’heavy (soprattutto nel pubblico) è decisamente scarsa al giorno d’oggi,e tuttora ne domando il motivo…
Mi risveglio dalle mie divagazioni con un paio di pezzi aggressivi e potenti:LOSERS AND WINNERS e GUARDIAN OF THE NIGHT,heavy genuino ma deciso e accattivante dove emerge ancora una volta lo spirito ribelle del rocke “r ‘I’m a man that was born for the dark
Every light that sines’s making me feel bad” canta Udo.
La canzone di chiusura WINTER DREAMS invece riporta il dirompente singer su corde pacate e malinconiche con suono di chitarre acustiche e addirittura campane in lontananza.
Nel complesso questo album non raggiunge forse la finezza compositiva del successivo METAL HEART ma può vantare ritmiche più ruvide e sounds più d’impatto. Oltre alla title track che da sola varrebbe l’acquisto, questo lavoro ci riporta alla mente tutte le caratteristiche che rendono gli Accept una delle indiscusse big band dell’Heavy Metal, ma che non hanno mai goduto della giusta considerazione, forse a causa anche dei tormentati cambi di line up del gruppo dall’86 in poi. In queste 10 canzoni abbiamo un cantante unico e inconfondibilmente HEAVY,un sound pulito, rude e possente e che ci fa respirare a pieni polmoni l’atmosfera eighties e l’attitudine con la quale si faceva musica senza bisogno di ricorrere a complicate filosofie e metafisiche.
Una notazione speciale va a un chitarrista strepitoso,Wolf Hoffman poco ricordato ( forse perchè meno prima donna di altri) ma che possiede, oltre al talento ,la peculiarità di saper portare nel metal influenze musicali addirittura classiche senza che le melodie delle song perdano aggressività (almeno in questi primi album). Questo album è un must per ogni amante del più puro, indiscusso e cristallino Heavy Metal.

tracklist

.Balls to the Wall
. London Leatherboys
. Fight It Back
. Head over Heels
. Losing More Than You’ve Ever Had

. Love Child
. Turn Me On
. Losers and Winners

. Guardian of the Night
. Winter Dreams

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