Recensione: Banco del Mutuo Soccorso

Di Nasci - 3 Dicembre 2005 - 0:00
Banco del Mutuo Soccorso

Il “Banco” è sempre stato considerato uno dei maggiori esponenti del prog italiano. Formatosi nel 1968 per volere dei fratelli Nocenzi (Vittorio al tempo era già un affermato tastierista), con due primordiali line-up incide 3 canzoni (“Vedo il telefono”, “La mia libertà” e “Padre Francesco”) per una compilation, “Sound 70”, che presentava nuovi gruppi; dopo un cambio di line-up vi furono poi altri brani che rimasero a lungo inediti (pubblicati solo nel 1989 in “Donna Plautilla”). La svolta avviene però nel 1971, quando i fratelli Nocenti, al II° Festival Pop di Caracalla a Roma, incontrano il chitarrista Marcello Todaro (proveniente dai Fiori di Campo), Francesco Di Giacomo (voce), Renato D’Angelo (basso) e Pierluigi Calderoni (batterista della band Esperienze); decidendo di unirsi, vengono messi sotto contratto dalla Ricordi Dischi che pubblica i primi 3 album.

Il primo disco, l’omonimo “Banco Del Mutuo Soccorso”, esce nel 1972 ed è sicuramente un masterpiece del prog italiano. Il prodotto è caratterizzato, come lo stile della band, dallo stile pianistico classico di Gianni Nocenzi unito a quello emersoniano/jazzistico del fratello Vittorio, supportati dalla bella voce tenorile di Di Giacomo, autore fra l’altro dei testi più belli e impegnati del prog italiano.
Il cd si apre con un’intro, “In Volo”, in stile medievaleggiante, che ripropone l’episodio ariostesco di “Astolfo sulla luna” accompagnato dal suo scudiero (“Da qui, messere, si domina la valle/ ciò che si vede, è”). La seconda traccia, una suite di breve durata dal titolo “R.I.P. (Requiescant in Pace)”, incomincia in pieno stile rock’n’roll narrando antiche battaglie viste con gli occhi di un soldato (“Pupille enormi volte al sole/ la polvere e la sete/ l’affanno della morte lo senti sempre addosso/ anche se non saprai perché”) che dopo aver combattuto e ammazzato viene lui stesso ucciso (“Su cumuli di carni morte/ hai eretto la tua gloria/ ma il sangue che hai versato su te è ricaduto/ la tua guerra è finita/ vecchio soldato”). Qui Di Giacomo ci propone una riflessione sul tema della morte (“e tu no, non scaglierai mai più/ la tua lancia per ferire l’orizzonte/ per spingerti al di là/ per scoprire ciò che solo Iddio sa/ ma di te resterà soltanto/ il dolore, il pianto che tu hai regalato”) che fa capire quale paroliere e poeta sia. La terza canzone “passaggio” non è altro che una brevissima introduzione di clavicembalo di Vittorio Nocenzi per la seconda suite, più lunga della precedente e intitolata “Metamorfosi”. L’episodio è interamente strumentale, se escludiamo una breve parte di parlato verso il finale. Canzone in continua evoluzione, vi si può avvertire il cambiamento dell’uomo che alla fine trova le proprie sicurezze, che le parole di Di Giacomo accentuano ulteriormente (“Uomo/ non so/ se io somiglio a te/ non lo so/ sento che però non vorrei/ segnare i giorni miei coi tuoi/ no no”). La quinta traccia, “Il Giardino del Mago”, narra di un uomo che fugge dai problemi del mondo reale per nascondersi in un surreale giardino di un mago, ove non esistono leggi che governano gli uomini. Il protagonista, perdendosi in questo sogno, decide di non tornare più nel mondo reale dove regnano le ingiustizie, antitesi di ciò che avviene in questo luogo fuori dal tempo e dallo spazio (“Coi capelli sciolti al vento/ io dirigo il tempo/ il mio tempo/ là negli spazi dove morte non ha domini/ dove l’amore varca i confini/ e il servo balla con il re/ corona senza vanità /eterna è la strada che va”). Il platter viene chiuso dalla breve e allegra “Traccia” che ha poco da spartire con la precedente, pur senza assolutamente demeritare.

Tirando le somme, “Banco del Mutuo Soccorso” è un album dove musica e parole si amalgamano alla perfezione, fatte le une per le altre; ciò è reso possibile solo grazie allo stile e al livello compositivo/esecutivo dei musicisti impegnati, dotati inoltre di voglia di sperimentare. Lo consiglio a chiunque voglia farsi un’idea di che cos’è il prog all’italiana.

Tracklist:

  1. In volo
  2. R.I.P (Requiescant in pace)
  3. Passaggio
  4. Metamorfosi
  5. Il giardino del mago
    1. passo dopo passo…
    2. …chi ride chi geme…
    3. …coi capelli sciolti al vento…
    4. Compenetrazione
  6. Traccia

Aneddoto: nel ’91, causa le qualità pessime delle registrazioni dei primi lp, il Banco decide di risuonare il debut album e Darwin, queste le motivazioni riportate da Di Giacomo nel booklet:

“Un concerto vicino a… non mi ricordo dove. Mi sento chiamare e uno mi fa: ‘Ciao, so Claudio, te ricordi de me? Er fratello de Marco, Marco hai capito?…’
‘Certo che ho capito, certo che mi ricordo di Marco, uno dei quelli forti, che non si smarriscono, tante storie insieme.’
E quello continua: ‘Sto qui a fa er militare, allora so venuto cò un po’ de amici a sentì er concerto, loro nun ce credevano che te conoscevo… anzi me so portato le cassette dei due primi ellepi, l’avemo consumate… che me le firmi per piacere?’.
Lo faccio, e lui prosegue: ‘Bella ‘sta robba, stavamo proprio a di’ tra noi, pensa che sarebbe falla oggi!’.
‘Falla oggi’. Claudio ha vent’anni come le cassette che s’è portato: Banco del Mutuo Soccorso e Darwin!.
Vent’anni di musica diversa, di parole diverse, di tempo diverso, eppure lui sta lì coinvolto e convinto come se fosse storia sua.
Non ho mai amato troppo i rifacimenti, le riedizioni, troppo strategici, troppo celebrativi, troppo tutto.
Però… ‘Bella ‘sta robba, pensa che sarebbe falla oggi!’.
Oggi… o vent’anni prima…”