Recensione: Beat Of Apocalypse

Di Daniele D'Adamo - 8 Aprile 2014 - 18:22
Beat Of Apocalypse
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2014
Nazione:
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82

 

Venticinque minuti di violentissimo cyber death metal.

Questo è, in estrema sintesi, “Beat Of Apocalypse” dei palermitani Throne Of Molok. Forti dell’esperienza di dieci anni di carriera e due altre produzioni discografiche (“Nova Diabolica Res”, demo, 2004; “Chtonian A.E.O.N. 1010011010”, full-length, 2007), i 4+1 assatanati cibernauti (Morg Necroripper :: vocal detonations and mass infection lyrics – N.kultus :: cancer 4 strings – K.mega :: six blades, nuclear synths & sick samples – A.dranor :: lead six blades solos – M.karol :: session live cannon drumming) sfornano con la connazionale Eternal Tombs Records un album che dire devastante è dire poco.  

Mutuando le lezioni impartite dai capostipiti del genere, e cioè i Fear Factory, i Throne Of Molok si addentrano senza timore alcuno nei meandri più oscuri dei circuiti elettronici à la Tron, dando luogo a un lavoro che si pone immediatamente in linea con le migliori, ultime uscite nel campo (Mechina, Thy Disease). Anzi, la consistenza del combo siciliano è tale che appare riduttivo porre in essere dei paragoni in senso decrescente per importanza. “Beat Of Apocalypse”, infatti, può tranquillamente competere con qualsiasi altra opera dall’alto di un’interpretazione superba e senza macchie del concetto di death metal applicato alle macchine.  

Death metal brutale, potente, massiccio, frutto di una produzione esemplare volta a prediligere più che i dettagli, le dimensioni del gigantesco muro di suono innalzato da Morg Necroripper e i suoi loschi figuri. Una pressione sonora tremenda che non viene meno nemmeno quando il drumming diverge verso i blast-beats. Quando, cioè, il pericolo di perdere energia è concreto, se non si bilancia come si deve la resa di ciascun strumento. Oltre a questa restituzione dannatamente consistente, c’è da rilevare la presenza di un tocco hardcore/thrash, soprattutto nel rifferama, tale da rendere ancora più aggressiva la miscela complessiva, come si può facilmente evincere da song ‘spacca-tutto’ come “Evil Invader” e “Walking Death”. Un tocco che rende personale uno stile che, per ciò, non può che evidenziare l’estrazione ‘classica’ dei Nostri, intendendo tale aggettivo riferito al metal estremo.   

Comunque sia, almeno a parere di chi scrive, i Throne Of Molok danno il meglio di sé quando inseriscono nell’amalgama musicale i caratteristici inserti ambient che contraddistinguono senza equivoci il cyber death metal. In tal senso, l’opener “Beat Of Apocalypse” ne rappresenta l’ideale manifestazione. Una song visionaria, terremotante, distruttiva, che disegna senza indecisione i concetti espressi dalle tematiche care all’ensemble, imperniati sulla descrizione della Terra dopo l’olocausto nucleare. Come, peraltro, “Atm.ind.inferno”, dall’incedere meccanico scandito dalla trance elettronica. Ultima ma non ultima, anche, la follia finale, la strumentale e ‘impossibile’ “Final Output”, vero sfacelo delle membra umane che dà luogo alla progenie dei robot senzienti.    

Insomma, in “Beat Of Apocalypse” non c’è nemmeno un secondo di vuoto, di riempitivo, di materia inerte. Tutto è concentrato nello sforzo di bombardare con quanta più furia possibile le schiene degli ascoltatori, maneggiando le nove canzoni a mo’ di fruste elettriche. Il risultato, alla fine, è chiaro e lampante: obiettivo raggiunto!

Throne Of Molok: la frontiera del cyber death metal italiano.

Daniele “dani66” D’Adamo
 

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