Recensione: Been Caught Buttering [Reissue]

Di Marco Tripodi - 5 Maggio 2018 - 8:00
Been Caught Buttering [Reissue]
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2018
Nazione:
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82

Ad un anno di distanza dal ributtevole esordio, gli austriaci più oltranzisti del pentagramma si ripresentano al pubblico metal con un successore degno prosecutore delle nefandezze offerte su “For God Your Soul… For Me Your Flesh“. L’attenzione l’avevano catturata eccome, nel bene e nel male. Come già scritto in occasione della prima recensione, l’audience si era divisa in due, chi non aveva capito se il disco era bello ma era comunque rimasto basito dall’azzardo sonoro della band, chi aveva nettamente capito che l’album era insostenibile sotto molti punti di vista. La critica invece si dimostra assai meno divisa, sostanzialmente bocciando un accrocchio di tecnica esecutiva approssimativa, liquami e microcisti varie espresse sotto forma vinilica. Non contenti gli Stench rincarano la dose, sfornando “Been Caught Buttering“. E’ sempre Nuclear Blast che si propone di smistare alla masse tale sconceria, ed ecco nove tracce nuove di zecca pronte a disgustare i fans dei Dokken, dei Queensryche (cito i primi nomi che mi vengono in mente, nessuno se ne dolga sentendosi chiamato in causa) e di tutta la bella aristicrazia parruccona del rock ‘n’ roll.

L’album è un passo in avanti per i Pungent Stench. Suona decisamente più maturo (parole forti, lo so….), più compatto, più ragionato ed anche suonato e prodotto meglio. L’artwork è sempre un’opera d’arte del solito provocatorio Witkin. “Been Caught Buttering” è “For God Your Soul…” portato coerentemente ad uno step ulteriore, con tutto il suo frullato marcio di rallentamenti doomish, sfuriate in tupa-tupa, ancheggiamenti rock ammiccanti e morbosi, riff fulminanti e caos generale un tanto al kg. Per alcuni è il miglior album della band, anche perché dal successivo “Club Mondo Bizarre – For Members Only” (preceduto a sua volta dall’EP “Dirty Rhymes And Psychotronic Beats“) l’anima degli Stench inizierà a mutare più vistosamente, lasciando esplodere quei tratti che tuttavia già risiedevano sottaciuti nel sound. I primi due dischi fotograno il periodo più ortodosso in chiave death metal, pur rimanendo la testimonianza di una band che di ortodosso ha sempre avuto ben poco. Gli Stench stanno ai limiti, tirano la corda, sono ironici (troppo ironici), abietti (troppo abietti), impiastricciati stilisticamente (troppo impiastricciati) e soprattutto sembrano prendersi sonoramente beffa di tutti, ascoltatori compresi. Fino a che punto si è disposti a segurli? Beh, la sifda è lanciata, “Been Caught Buttering” ci prova dall’inizio alla fine a nauseare l’incauto acquirente. Testi oltre ogni livello di censura accettabile, immaginario grafico ripugnante ed un death asfittico, sconclusionato (anche se leggermente meno rispetto al 1990) e prodotto in modo piuttosto peculiare. La batteria (di Wank) è secca ed in primo piano, la chitarra (di Schirenc) è un cannibale che col suo ruggito è pronto a fagocitare ingollare tutto, il basso (di Perkowski) è una colata ininterrotta di escrementi. Tutto esattamente come gli Stench desiderano.

Le danze vengono scandite da tracce notevolmente più curate di quelle ospitate sulla scaletta di “For God Your Soul…“; “Shrunken And Mummified Bitch“, “Games Of Humiliation“, “And Only Hunger Remains” sono (in)degni esempi in tal senso. Tuttavia non illudetevi di essere al cenacolo degli accademici della Crusca, perché “S.M.A.S.H.“, “Brainpan Blues” e sopratttto il duo “Sputter Supper“/”Sick Bizarre Defaced Creation” (“puro pus underground” direbbe qualcuno…) vi riporteranno agli Stench più veri e immondi. Non mancano gli assoli slayeriani (alla ca**o) ed un growling da sacchetto del vomito. Personalmente continuo a ritenere il debutto una spanna sopra, poiché se è vero che questo seguito è più quadrato e massiccio, è anche vero che l’aumento di tecnica, esperienza e professionalità si rivelano indirettamente proporzionali alla sregolatezza e all’effetto sorpresa di “For God Your Soul…“. Quello è un album decisamente più pazzo e in quella follia c’è una scintilla di genialità che qui viene maggiormente imbrigliata in nome di un percorso di crescita che avvicini maggiormente gli Stench ai colleghi deathsters più seri.

Been Caught Buttering” è un gran bell’album, con momenti assolutamente imperdibili, però a conti fatti è meno sconvolgente del suo predecessore, vuoi anche perché si incarica di fare da tramite tra gli esordi anarchici e il delinearsi di quella che poi sarà l’anima definitiva degli Stench, il death-blues and roll dei capitoli discografici a venire, sempre all’insegna del cattivo gusto, del sarcasmo e della blasfemia. Dissonance Productions ristampa il dischetto corredandolo di ben otto tracce bonus rispetto alla track-list originale (di cui 6 live risalenti al 1991). Buona digestione.

Marco Tripodi

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