Recensione: Beethoven’s Last Night

Di Keledan - 16 Marzo 2002 - 0:00
Beethoven’s Last Night
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Genere:
Anno: 2000
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75

Un pianoforte suona la ‘Sonata al chiar di luna’, non faccio in tempo a stupirmi che subentrano basso, chitarre e batteria, e si fondono con le note immortali dei maestri Beethoven e Mozart.

I Trans-Siberian orchestra sono un side project Paul O’Neill, prodotture di un paio di album dei Savatage. “Beethoven’s Last Night” è un concept album basato su una immaginaria e romanzata ultima notte di vita del sommo compositore, e ruota attorno alla leggendaria decima sinfonia che,  come sappiamo. non vide mai la luce. Il Maestro è circondato da personaggi fantastici, che fanno di tutto per poter mettere le mani sullo spartito che Ludwig sta componendo con le ultime forze rimastegli.

BLN è una riuscita fusione di musica classica e rock, riuscita anche e soprattutto perché con le melodie divine del Maestro, il successo non poteva che essere assicurato. Paul O’Neill ha chiamato a raccolta un vero e proprio esercito di artisti, 9 cantanti, che danno una grande prova interpretativa, 8 coristi, decine tra musicisti classici e rock.
Tra i cantanti, si distinguono particolarmente Jon Oliva dei Savatage e Patti Russo, nota anche per aver lavorato con Meatloaf.

Tra i 22 pezzi del concept, ci sono diverse rivisitazioni dei classici di Beethoven e Mozart, come la succitata ‘Suonata al chiar di luna’, poi ‘Le nozze di figaro’, l’immancabile ‘Requiem’ della quinta sinfonia e l’onnipresente ‘Per Elisa’.
Tra i pezzi più notevoli, ‘A Last Illusion’, che sorprende con una splendida introduzione di chitarra classica, poi da una chitarra elettrica esplode la fuga mozartiana per eccellenza, che lascia il posto all’Inno alla Gioia di Beethoven, per concludersi un coro maestoso. Notevoli anche ‘Mephistopheles’ Return’, soprattutto per l’interpretazione dei suggestivi cori, e la struggente ‘Who Is This Child’.

Il voto finale di quest’opera, nonostante il grande impegno di Paul O’Neill e la prova convincente di ognuno degli artisti, non può essere altissimo, per un semplice motivo, già citato. Comporre musica basandosi su melodie eterne ed immortali è una strada che può solo portare a facile e sicuro successo. Altra critica: ma perché ridurre compositori del calibro di Beethoven e Mozart sempre ai soliti 7-8 pezzi?

Si tratta comunque di un acquisto consigliato e di sicuro impatto, può essere un bel regalo magari per qualcuno che si voglia far accostare al rock di qualità.

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