Recensione: Beggars, Lust & Disgust

Di Fabio Vellata - 6 Luglio 2008 - 0:00
Beggars, Lust & Disgust
Band: Sarasin A.D.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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67

Capeggiati da Phil Naro, vecchia conoscenza del circuito hard rock nordamericano (collaboratore, tra gli altri, di Coney Hatch, Peter Criss, Lee Aaron, Liberty ‘n’ Justice e Lou Gramm), i Sarasin A.D. vantano una lunga esperienza in campo live, oltre ad una data di fondazione decisamente antica e risalente alla metà degli anni ottanta.

“Daggers, Lust & Disgust” nuovo lavoro della band candese (per nulla prolifica a dire il vero: stando ai dati in mio possesso, questo è solo il secondo album edito in ventiquattro anni di carriera!), si presenta come il classico prodotto dall’aria sfacciatamente anti-commerciale e testardamente retrò.
Come rimasti per magia negli eighties, i cinque musicisti non intendono in alcun modo dar vita a qualcosa di, anche solo lontanamente, moderno o trendaiolo, mettendo in pista una serie di canzoni legate a doppio filo con le tipiche atmosfere anni ottanta, al riparo però, da eccessi melodici o sviolinate troppo evidenti.
Ac/Dc, Stones e soprattutto Led Zeppelin (la voce di Naro è talora una replica di quella di Plant) le assi portanti e le citazioni più facili, per un risultato che, complice un aria demodé ed un alone quasi romantico, si fa apprezzare pur non sconvolgendo o attizzando gli animi oltremisura.

Non un album da testa della classifica dunque, forse nemmeno di prima fascia, ma piuttosto un dischetto dotato di qualche sana e corposa sferzata d’energia, discretamente evoluto a livello tecnico e con una produzione che, pur migliorabile, non lascia intravedere particolari motivi di biasimo.
Non malvagi nemmeno i brani offerti, totalmente privi di spunti di genio o colpi d’ala esaltanti, ma tutto sommato godibili e di facile assimilazione, veloci e diretti, senza troppi fronzoli o elucubrazioni.di sorta.
Belle in tal senso, tracce spigliate e grintose come “In America”, “Keep Runnin’”, “Makes Sense” e “Kiss Of Death”, mentre altrettanto significativa è la finale “The Parting”, efficace brano country dai contorni cinematografici.
Non mancano, come intuibile, anche gli attimi di stanca e minor qualità, identificabili in episodi un po’ pesanti e monotoni come “No Sensation” e “How Will You Remembered”, davvero nulla di rilevante in termini di scorrevolezza ed appeal.

Non conquistano il mondo e non si ergono a capifila di alcunché i Sarasin A.D. ma, come tanti onesti esponenti del settore, portano a termine il proprio compito con buon mestiere ed un pizzico d’eleganza formale, presentando un disco accettabile e decentemente suonato che potrà interessare gli amanti di suoni un po’ retrò. Appassionati e fan dei grandi Led Zeppelin in primis.

Tracklist:

01. In America
02. No Sensation
03. Woken @ Noon
04. The Last Word
05. Keep Runnin’
06. Brings Forth A Sound
07. Kiss Of Death
08. Black Night Crash
09. How Will You Be Remembered
10. Makes Sense
11. Jeanie’s Gone Crazy
12. Running Circles In My Brain
13. The Parting

Line Up:

Greg Boileau – Chitarra
Rob Grant – Basso
Phil Naro – Voce
John Rogers – Chitarra
Roger Banks – Batteria

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