Recensione: Best Of Bruce Dickinson

Di Enzo - 26 Gennaio 2002 - 0:00
Best Of Bruce Dickinson
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Anno: 2001
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75

Non poteva mancare nella discografia di una delle più grandi star del rock il classico “best of” che giunge dopo 5 album da studio e
2 live. Abbastanza ricca la carriera dello storico cantante degli Iron Maiden da potersi permettere un altrettanto ricco best of.
Inutile spendere parole sulla voce di Bruce, voce che è stata tra le più grandi nell’heavy metal, parliamo invece di questa raccolta.
Operazione commerciale o un’interessante “prodotto” musicale? Credo la risposta sia nell’interessante prodotto musicale. Questo
album è dedicato a tutti coloro che vogliono dare uno sguardo d’insieme su (quasi) tutti i migliori momenti della carriera solista dello storico Heavy Metal singer.

Il lavoro comincia con Broken, brano inedito, composto per l’occasione di questo best of, molto trascinante con un inizio
che riporta a “maideniane” memorie. Con Tatooed Milionaire (fantastico il suo incedere) si comincia la visita alla discografia solista, canzone estratta
dall’omonimo album d’esordio. Direttamente dall’album Balls To
Picasso abbiamo Laughing In The Hiding Bush , questa volta in un’ottima versione live, e l’indimenticabile Tears Of
The Dragoon
, una ballad che si snoda su un’articolata costruzione strumentale affascinante e carica di “phatos”, uno dei lenti più affascinanti di sempre, senza dubbio . Con
The Tower assaporiamo le atmosfere del mitico The Chemical Wedding, forse l’album più ricercato dell’intera
carriera di Bruce, un capolavoro e The Tower ne riflette bene lo spirito. Un salto indietro nuovamente a Tatooed Milionarie con
Born in 58, hard’n heavy frizzante e melodico di pregevole fattura. Da
Accident Of Birth, l’album più controveso di Bruce, abbiamo la title track Accident Of Birth , molto aggressiva, mentre la
traccia successiva, Silver Wings è un altra song nuova creata per l’occasione del best of, anche questo di maideniana
memoria.
Si ritorna ad Accident Of Birth con Darkside Of Acquarius, introdotta da una chitarra acustica
costantemente presente durante l’esecuzione del brano, molto cupo per il resto, molto affascinante e triste. Torniamo a The Chemical Wedding proprio con Chemical Wedding, dove si respirano ancora le atmosfere magiche, complesse, misteriose ed affascinanti di questo lavoro e
del suo concept basato sull’alchimia. Da Skunkworks, album molto sperimentale, nonchè per i critici “metallers” il punto più basso della discografia di
Bruce, abbiamo Back From The Edge , che, a suo tempo, è stata forse la migliore canzone di questo lavoro. Road
To Hell
ci riporta ad Accident Of Birth.
L’album si conclude con una perla, ancora una volta da The Chemical Wedding,
parliamo di Book Of Thel , nientedimeno in tutto il suo splendore in un’ottima versione live (direttamente da Scream For
Me Brazil).

I primi fortunati acquirenti di questo album avranno trovato oltre al cd consueto di cui abbiamo appena parlato, un secondo cd a
tiratura limitata in cui sono presenti molte rarità che hanno caratterizzato la carriera del mitico singer. Da notare, tra i
vari pezzi, la versione live della magica Jerusalem, o il primo brano in assoluto composto da Bruce, parliamo di
Dracula. O ancora l’atipica ed affascinante Acoustic Song o la divertentissima e demenziale I’m In a Band
With an Italian Drummer
con una parte finale recitata in siciliano d’hoc dal ex-batterista Elena e che dire del simpatico blues
di Ballad Of Mutt e così via.

Un lavoro quindi non destinato solo a chi vuole dare un’occhiata d’insieme alla discografia di Dickinson, ma anche a tutti i fans che
vogliono assaporare i piaceri di una Jerusalem in versione live, o di ascoltare tutti gli altri inediti brani dell’edizione limitata.

Ma se l’edizione limittata è esaurita, allora non mi resta che consigliare il cd consueto a tutti coloro che non possiedono album
solisti di Bruce, perchè questo best of contiene davvero alcuni dei punti più belli della sua carriera (alcuni, ma non tutti).

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