Recensione: Beyond Fear

Di Gaetano Loffredo - 15 Maggio 2006 - 0:00
Beyond Fear
Band: Beyond Fear
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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77

Ne ha fatta di strada il ragazzo.

Tim “Ripper” Owens è uno dei protagonisti della scena heavy metal degli ultimi dieci anni, bisogna tornare con la mente al 1996 quando l’americano sostituiva il Metal God, Rob Halford, accaparrandosi il microfono dei leggendari Judas Priest. Chi si ricorda il film “Rockstar” basato su alcune vicende che lo hanno portato a cavalcare la cresta dell’onda più alta? Com’era? Sesso, droga e rock & roll vero?
Apprezzato nelle vesti di Vice Metal God, Owens ha preso parte alle registrazioni di Jugulator (1997), Demolition (2001) dei live album Meltdown – 98 live (1998) e Live in London (2003) prima di ricevere il ben servito da parte dei suoi ex-compagni che smaniavano al solo pensiero di una possibile reunion con l’allora solista Rob.

Grazie di tutto e arrivederci pare aver risposto il determinatissimo Tim e, senza il minimo rancore, si è caricato lo zaino in spalla per poi partire alla ricerca di un nuova carriera discografica accettando immediatamente la proposta di Jon Schaffer che, ha colto a sua volta l’attimo offrendogli il posto vacante degli Iced Earth da pochissimo orfani dell’amato Matthew Barlow.
Evasa con successo la pratica “Glorius Burden”, Tim sta per registrare il secondo disco con l’amico Jon, non prima della presentazione ufficiale dei Beyond Fear, impellente creatura discografica in esame con un disco dal titolo omonimo, in grado di garantire ampio spazio (su tutti i fronti) all’ugola di platino a stelle e strisce. Andiamo a scoprire qualcosa di più.

Primo passo: presentazione della formazione ufficiale.
Ripper Owens si è assicurato le fatiche dell’eccellente John Comprix (chitarra) per un corposo aiuto nella composizione dell’album e ha contattato l’amico Tennis Hayes (basso) con il quale suonò anni addietro nei Winter’s Bane. Dwane Bihary (chitarra) e Eric Elkins (batteria) hanno esperienza underground e raccolgono lo spirito e l’adrenalina dei debuttanti che spingerà il loro cuore, come avrete modo di constatare, oltre l’ostacolo.

Riscopriamo coi Beyond Fear, un personaggio che ha del talento (fino ad ora, a parte qualcosa coi Winter’s Bane, ben nascosto) negli stadi più delicati della creazione di un disco ed un frontman che pare avere una serenità intaccabile: il benservito dei Judas Priest è bello che dimenticato.
A proposito, queste sue “nuove” caratteristiche mi consentono di definire Beyond Fear come un lavoro che sì, si avvicina molto di più alla musica dei Judas Priest che a quella degli Iced Earth ma che, a parte qualche capitolo isolato, si discosta amabilmente da vecchie e nuove fiamme.
Certo, l’opener Scream Machine, è qualcosa che non può non essere definito “di derivazione Priestiana” ma è talmente scorrevole e ben fatta che l’amerete incondizionatamente anche per la sua ostinata somiglianza alle magie del periodo Painkiller. Che sia un messaggio neanche tanto subliminale?
Constatare la bontà della produzione riservata a Beyond Fear è qualcosa di edificante, i Morrisound Studios di Tampa sono una garanzia consolidata nel tempo e il taglio fresco e attuale amalgamato al suono anni ottanta è uno dei punti forti di un disco che trasmette energia a flusso continuo.
La prova di Tim è, a mio modo di vedere, esente da importanti difetti anche se l’approccio che preferisco è quello inerente alle tonalità medio/alte (Save Me, The Human Race) piuttosto che quello connesso a tonalità altissime (Scream Machine, And… You Will Die)
Segnalo il brano Coming At You che sorprende per la spiccata rifinitura modernista, sconsiglio il lento Dreams Come True e mi complimento con Comprix per una performance che rivela un riffmaker di tutto rispetto ed un esecutore che si conferma cecchino infallibile.

Promosso a pieni voti Owens e promossa la SPV che ha avuto il merito di credere in questa che, è un’operazione perfettamente riuscita. Beyond Fear è un disco che non deve mancare sugli scaffali di coloro che da una vita sostengono la frangia che contempla Judas Priest, Iron Maiden, Black Sabbath e perché no, Iced Earth. Invito tutti gli altri a dare un ascolto al lavoro perchè se cercate un suono adrenalinico, potente e, come specificato, catalizzatore di energia, fermatevi: siete arrivati a destinazione.

Eh sì, il ragazzo ne ha fatta di strada… e chissà quanta ancora ne farà.

Gaetano “Knightrider” Loffredo 

Tracklist:
1.Scream Machine
2.And… You Will Die
3.Save Me
4.The Human Race
5.Coming At You
6.Dreams Come True
7.Telling Lies
8.I Don’t Need This
9.Words Of Wisdom
10.My Last Words
11.Your Time Has Come
12.The Faith

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