Recensione: Beyond Redemption

Di Daniele D'Adamo - 6 Luglio 2012 - 0:00
Beyond Redemption
Band: The Forsaken
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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Una carriera iniziata con il botto, contrassegnata da tre album in altrettanti anni (“Manifest Of Hate”, 2001; “Arts Of Desolation”, 2002; “Traces Of The Past”, 2003) e, poi, l’oblio; causato da persistenti beghe legali con la Century Media Records. Gli svedesi The Forsaken, nati nel 1998 con il moniker Septic Breed, dopo l’abbandono, nel 2010, del chitarrista fondatore Stefan Holm, ci provano di nuovo. Stavolta con la Massacre Records, madre del nuovo full-length: “Beyond Redemption”.      
 
Malgrado siano passati quasi quindici anni dalla sua fondazione, la band garantisce la continuità con il passato con la presenza dell’altro chitarrista, Patrik Persson, e di Nicke Grabowski, il batterista, entrambi fedeli alla causa sin dagli albori. Una filosofia musicale che basa la propria esistenza sulla terribile miscela fra il death metal e il thrash, entrambi da intendersi nell’accezione classica (e più tecnica) della forma, con qualche raro tocco di melodia che, in ogni caso, tiene a debita distanza le cromature armoniche dello swedish death metal. ‘Svezia sì’, insomma, ma ‘Goteborg no’.

Una Svezia buia e oscura, tratteggiata da sentimenti di pessimismo per un futuro che pare non lasci scampo all’Umanità, trascinata verso il suo infausto destino dalle sue stesse mani. Una visione figurativa e musicale che si allinea con quella di un altro ensemble nordeuropeo che ha eretto le sue strutture sulla solida base del durissimo connubio thrash/death: gli Zyklon. Rispetto agli estinti norvegesi di Samoth e Trym i The Forsaken pestano un po’ di meno sull’acceleratore, anche se Grabowski non si tira certo indietro se si tratta di menare le mani con i suoi furibondi blast beats (“Beyond Redemption”). La densità del muro di suono tirato su dai Nostri, tuttavia, non è seconda a nessuno, in quanto a valore assoluto, e così non rimane che prendere atto di un disco dal vigore straordinario, accompagnato a una consistenza terribile e a un’energia apparentemente senza fine (“Foul Messianic Grace”).

Tornando alla questione del lungo stop e alla somiglianza con gli Zyklon, se è vero che due indizi fanno una prova è allora semplice individuare il principale (e, probabilmente, unico) difetto del ‘progetto-The Forsaken’: la mancanza di spunti innovativi e di evoluzione stilistica da quello che era, nel 2003, davvero un esempio di modernità nel campo del metal estremo. Come se il tempo si fosse fermato in quell’anno, Anders Sjöholm e compagni sviscerano la loro musica con una tecnica esecutiva sopraffina che rende il suono impeccabilmente allineato alle migliori produzioni attuali, questo sì, ma con uno stile che non aggiunge nulla a quanto già ascoltato e ri-ascoltato in materia. Tutti i musicisti sono artefici di una prestazione eccellente, ciascuno per quanto di propria competenza, tuttavia non così dotata di personalità come ci si sarebbe aspettati da un quintetto dotato di tal classe.

È chiaro che, a questi livelli, l’obiettivo di realizzare un marchio di fabbrica ben tornito viene quasi sempre raggiunto. In questo caso, nondimeno, seppur sia fatta salva la continuità stilistica fra i vari brani che compongono il platter, la sensazione è di avere a che fare con qualcosa già sentito così tante volte da non riuscire a focalizzare delle somiglianze specifiche (a parte quella con gli Zyklon…). Sintomo evidente di un sound le cui sfaccettature sono già state esplorate e messe a nudo in tutte le loro possibilità stilistiche note. Così, alla fine, “Beyond Redemption” cade – anche se solo in parte – nella trappola della noia. Qualcosa emerge, come l’iper-cinetismo ipnotico di “The Light Divine” o il micidiale riff portante stacca-vertebre di “As We Burn”, e lascia intravedere le potenzialità di un’idea che, due lustri fa, sarebbe stata assolutamente vincente ma che, ora, mostra un po’ la corda.    

Stringendo, “Beyond Redemption” lascia l’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere e che invece non è. I The Forsaken, a dispetto di ciò, lasciano intravedere sempre e comunque una bravura foriera di buone realizzazioni. In fondo, questa che si è appena analizzata è stata – in primis – una ripresa dei lavori dopo una sospensione molto prolungata, con tutte le difficoltà che il caso comporta…

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Beyond Redemption 3:23     
2. Only Hell Remains 4:27     
3. Foul Messianic Grace 4:17     
4. No Dawn Awaits 3:50     
5. There Is No God 3:31     
6. As We Burn 4:45     
7. Reap As We Have Sown 4:08     
8. The Light Divine 4:42     
9. Force Fed Repentance 3:52     
10. Blessed With Wrath 4:12     
    
Durata 41 min.

Formazione:
Anders Sjöholm – Voce
Calle Fäldt – Chitarra/Voce
Patrik Persson – Chitarra/Voce
Stefan Berg – Basso
Nicke Grabowski – Batteria
 

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