Recensione: Beyond the Fade

Di Francesco Maraglino - 28 Maggio 2016 - 6:30
Beyond the Fade
Band: Ted Poley
Etichetta:
Genere: AOR 
Anno: 2016
Nazione:
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80

Per gli estimatori dell’AOR/melodic rock, il vocalist Ted Poley non ha certamente bisogno di presentazione alcuna. Principalmente noto come frontman dei Danger Danger, una delle più avvincenti ed energiche formazioni del genere in questione, il cantante si è distinto anche per un’ altrettanto pregevole carriera solista, ben rappresentata da lavori come Collateral Damage e Smile.
Pur se sempre attivo con concerti e festival, con o senza la band “madre”, è dal 2009, però, che il musicista non dava alla luce un lavoro completo di materiale inedito.
Per fargli tornare la voglia di realizzare nuove canzoni, galeotto fu il Frontiers Rock Festival del 2014, dove tra lui e la celebre label dedicata al rock adulto e melodico ha preso forma l’accordo per la realizzazione di un nuovo album.
Due anni dopo, ecco dunque il frutto di quelle idee e del lavoro conseguente, in cui un ruolo essenziale hanno svolto i fratelli Martin (Vega) come autori ed Alessandro Del Vecchio in qualità di musicista e produttore.
Beyond The Fade (questo il titolo del platter), lo diciamo subito, avrà un effetto euforizzante per qualunque ascoltatore avvezzo a certi suoni.

Tanto per cominciare, brillano in mezzo al lotto di undici tracce un paio di autentiche e rilucenti perle: innanzitutto Stars, articolata composizione che si esprime tra suggestioni alla Journey, ritmiche fantasiose e spesso incalzanti, melodie ariose ed uno squisito  riffing di tastiere. Poi, ancora, ecco splendere We Are Young, ballata dai raffinati incanti eighties ma percorsa anche da esplosioni di solenne energia.
E’ difficile, comunque, trovare una canzone men che convincente, tra queste tracce. Sirens e Let’s Start Something, per dire, incantano i padiglioni auricolari con ariose armonie, chitarre limpide e melodiche, ed un solare afflato alla Journey (ancora).
Anche You Won’t See Me Cryin’ e l’uptempo, esaltato da un bel gioco di canto e controcanto,   Everything We Are , offrono purissimo, radioso ed impeccabile AOR ad alto tasso di melodia.
E per una Higher, che indulge in un pop-rock finanche troppo leggero ma comunque uncinante e irresistibile, c’è una Hands Of Love che, pur se in mezzo a tanta melodia, s’azzarda a proporre riff più robusti per un class rock ottantiano dall’anthemico ritornello.
Ovviamente non possono mancare le ballate, ma anche qui niente banalità: The Perfect Crime, infatti, è un lentaccio caratterizzato da un duetto con voce femminile (una Issa pressoché perfetta) ed un assolo di chitarra che mira a lacerarvi il cuore; Beneath The Stars, poi, è un altro slow, ma di taglio diverso, piena com’è di soul ed energia nel canto e di vigorosa classe  nel sound.

Insomma, con Beyond The Fade, Ted Poley e la squadra di artisti che lo accompagna, offrono ottime melodie, intarsi impeccabili di chitarre e tastiere, una sezione ritmica decisiva e fantasiosa, voce totalmente “in palla” sia nei brani più decisi sia in quelli più sentimentali.

In ambito AOR, un centro perfetto.

Francesco Maraglino

 

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