Recensione: Black Dawn Romance

Di Francesco Sgrò - 25 Giugno 2013 - 19:55
Black Dawn Romance
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2013
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

Un debutto interessante quello degli italiani Mechanical Swan, giunti quest’anno a pubblicare l’opera prima intitolata “Black Dawn Romance“.
La ricetta del combo nostrano combina con successo un Hard Rock molto melodico e mai eccessivamente potente con fortissime contaminazioni tratte dalle sonorità tipiche di gruppi come Alter Bridge, Muse e Depeche Mode, avvalendosi inoltre di loop ritmici ed elementi tastieristici volti ad accentuarne la componente elettronica.
Un artwork semplice (decisamente in stile Muse) e una produzione asciutta e pulita, completano a dovere un lavoro fresco e notevole, che potrà facilmente incontrare i favori sia degli appassionati dell’elettro pop di Muse e Depeche Mode, sia dei sostenitori dell’Hard Rock moderno e melodico tipico degli Alter Bridge.

Le prime due tracce, “No Tears To Cry“  e “Memories“, riassumono perfettamente quanto affermato in apertura, presentandosi come canzoni solide, incentrate su di una forte componente melodica che aiuta l’assimilazione da parte dell’ascoltatore. Ma soprattutto si rivelano essere due brani che bilanciano ottimamente l’anima Hard Rock del gruppo, evidenziata dai robusti riff allestiti dalle due asce, con quella più elettronica, dettata invece da un massiccio uso di tastiere e synth che contribuiscono nel fornire alla proposta un che di orecchiabile e singolarmente piacevole.

Il quartetto si dimostra determinato nel non cambiare coordinate ad un lavoro che anche nella gelida “Human“ segue fedelmente il copione tracciato con le battute iniziali, segnalandosi positivamente per un ottimo gusto di arrangiamento e soprattutto per un refrain cadenzato ed orecchiabile che difficilmente riuscirà a non colpire l’attenzione dell’ipotetico fruitore.
Nella scorrevole “Tear Me Down“ è invece l’Hard Rock a prevalere sull’elettronica, laddove il sound “ispessito” e reso massiccio dal quartetto, rende l’idea di una band efficace nel proporsi come anello di congiunzione tra due generi all’apparenza antitetici.

Con la successiva “Emerald Bird“, i toni si fanno ancora più cupi, mentre la melodia diviene l’assoluta protagonista di una canzone che deve tutto ad un ottimo ritornello, ove una suadente voce femminile – perfettamente integrata nel contesto – da vita ad una performance intensa ed emozionante. Molto riuscito anche il guitar solo conclusivo, elemento che pone nuovamente in evidenza l’ottima capacità tecnica dei singoli musicisti.
Le sonorità si ammorbidiscono ulteriormente e la suggestiva “If You“, si rivela uno dei migliori momenti del platter.

È poi l’elettronica a prendere il controllo della situazione, monopolizzando in gran parte la struttura della malinconica “In Your Room“, canzone che forse avrebbe potuto essere più convincente se arricchita da un coro maggiormente pieno ed enfatico.
Con l’eccessiva effettistica riversata in “My Lonely Life“, la vena creativa della band sembra accusare un po’ il colpo: prepotentemente in secondo piano lo spirito Rock per un episodio davvero sottotono.

A suggellare l’opera è invece la title track, brano che, purtroppo, sembra risentire della fiacchezza delle ultime tracce ascoltate: una chiusura in tono minore che non contribuisce nel condurre a termine degnamente un lavoro ben realizzato e con qualche idea da porre in rilievo.
Un disco d’esordio di certo positivo ed arricchito di spunti meritevoli di approfondimento dunque che, tuttavia, nel proprio corso tende gradualmente a spegnersi per arrivare ad un epilogo non all’altezza delle aspettative. Un vero peccato…

Discutine sul forum nella sezione Hard Rock / Aor!

Ultimi album di Mechanical Swan