Recensione: Black flowers

Di Claudio Casero - 31 Maggio 2005 - 0:00
Black flowers
Band: Envidhia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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68

Gli Envidhia, duo composto da Salvo Siracusa (chitarra e tastiera) e Ilario Giacalone (voce e basso), ci propongono questo “Black flowers”, un demo difficile da etichettare visto che al suo interno si spazia dal black metal al gothic al metal classico con puntate anche nell’ hard rock. Appena partono le prime note del cd ci si accorge subito che ci troviamo dinnanzi ad un lavoro molto particolare e originale; infatti l’accostamento tra vari generi la fa da padrona per tutta la durata del lavoro: chitarre con riff tipicamente heavy vengono unite ad una voce prettamente black come nel caso di “Black flowers pt.I” in cui il sapiente mix di tastiere e chitarra rende particolarmente interessante il tutto; il brano viene migliorato da una voce scream che conferisce oscurità e potenza senza mai risultare fuori luogo.
Poco convincente sembra essere invece la voce pulita alquanto anonima e noiosa in alcune parti; fortunatamente le parti sopra citate sono brevi e lasciano spesso spazio a momenti più potenti e d’atmosfera. È fuori di dubbio che le tastiere siano un elemento essenziale all’interno di tutto il lavoro dal momento che riescono a creare atmosfere cupe e gotiche senza mai scadere nel banale come nel caso di “My son”.
Dispiace però vedere che la voce di Giacalone non è sempre all’altezza anche nelle parti urlate in cui talvolta si lascia prendere da stonature poco piacevoli che fanno decadere la qualità dei brani.
Assai piacevole risulta invece essere l’idea di accostare voci liriche a chitarre distorte, accompagnate da parti narrate e altamente sinfoniche; ottimo lavoro che dovrebbe però essere maggiormente curato in studio soprattutto per quanto riguarda i suoni che non danno giustizia ad un idea più che positiva.
Nel vagare tra i vari generi che caratterizza il demo ci sono anche piacevolissime puntate nel metal classico come in “Shadow”, brano ben curato e piacevole sia dal punto di vista compositive che di innovazione; in questo caso infatti le chitarre pungenti e potenti duellano in maniera pressoché perfetta con una voce struggente in un vortice di suoni che ha il suo culmine in un’accelerazione death metal che ben si adatta a tutto il complesso.
Ottima l’idea di inserire parti in italiano con l’accompagnamento di suoni quasi psichedelici anche se questo aspetto dovrebbe essere maggiormente curato dal momento che in alcuni frangenti risulta noioso e ripetitivo, come nel caso di “Black flowers pt. III”. In conclusione questo “Black flowers” è un lavoro ricchissimo di buone idee, alcune molto ben sviluppate, altre decisamente meno convincenti, da migliorare con uno studio approfondito soprattutto dal punto di vista dei suoni e della ripetitività di alcune parti.

 

TRACKLIST:
1. Black flowers pt.I
2. My son
3. I hate my name
4. Black flowers pt.II
5. Flying over
6. Shadow
7. Song for the coming ages
8. The past strange world
9. Black flowers pt.III

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