Recensione: Black Sun

Di Francesco Prussi - 19 Giugno 2002 - 0:00
Black Sun
Band: Primal Fear
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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80

Pesante come un macigno piomba nei negozi questo Black Sun concept fantascientifico e quarto capitolo discografico dei Primal Fear. Come al solito infischiandosene di tutto e di tutti, i True Metallers Tedeschi ci propinano un?ora di puro metallo ottantiano scevro da qualsiasi contaminazione e sperimentazione, cosa che la band ha sempre ribadito in fase di intervista. Sinner e soci hanno fatto del metallo puro la propria bandiera e rispetto ai dischi precedenti nulla è cambiato, anzi la proposta si è fatta ancora più marcata per mezzo di una produzione veramente al top.Quindi riff di chitarre molto pesanti e ritmiche da buldozzer contornate da una voce potentissima e acutissima e da grandi solos di chitarra. Un disco di canzoni suonate in maniera molto intensa e ricche di feeling
Già dal breve intro strumentale Countdown to Insanaty che introduce la tellurica Black Sun, i true metallers tedeschi fanno già capire di che pasta sono fatti. La voce di Ralf vola alta sulle ritmiche serrate dei due chitarristi che macinano soli e riff con il turbo compressore, mentre la sezione ritmica non perde e non sbaglia un colpo.Brano che dal vivo avrà il suo notevole impatto.Light Years of Home parte con fraseggi melodici di chitarra ma sempre con velocità sostenuta e ritmiche Heavy che però non riesce a convincermi più di tanto.Revolution è di tutt?altra pasta con la voce di Ralph che scandisce l?inizio di un altro brano al cardiopalma, con soli di chitarra molto belli.Un?esplosione apre Fear con una ritmica devastante (quasi trash), che rallenta per poi aumentare di nuovo quando Ralph inizia a tuonare nel microfono.E? il mio pezzo preferito. Mind Control è caratterizzata da un inizio più evocativo, notevole è il break centrale dove i due chitarristi danno sfoggio di ottima tecnica e feeling , mentre tastiere campionate in sottofondo danno al brano un tocco di epicità. Magic Eye è un brano più cadenzato con la batteria a dettare il tempo ed un cantato più melodico. Mind Machine alza ancora i ritmi con le chitarre a tritare riff da Panzer Division.Silence è un brano molto cadenzato e melodico. Un inizio soft apre We Go Dawn che poi lascia spazio alle ritmiche telluriche ed al cantato micidiale del palestrato Singer, che riversa le sue tonsille nel microfono dimostrando che Rob Halford ha un valido erede. Con le coronarie in gravi condizioni si giunge alla fine con Cold Day in Hell, brano durissimo e cadenzato con riff potenti e un ritornello accattivante. Il compito di chiudere l?album tocca all?outro Controlled che riprende il tema dell? intro e sancisce la fine dell?album.
Con Black Sun i Prima Fear firmano il loro lavoro migliore e il più intenso della loro carriera. Certo l?originalità non è di casa nel gruppo, la loro proposta ha degli stilemi fortemente ancorati in tematiche già scritte e da loro molto ampliate. Le canzoni sono suonate e prodotte in maniera del tutto eccezionale e questo fa si che l? intensità e le caratteristiche di ogni brano siano messe in risalto. Ad Ottobre non me li perdo; questo è garantito.

Tacklist:
Contdown To Insanity (Intro)
Black Sun
Armageddon
Lightyears From Home
Revolution
Fear
Mind Control
Magic Eye
Mind Machine
Silence
We Go Down
Cold Day In Hell
Controlled

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