Recensione: Blemish

Di Alessandro Calvi - 12 Maggio 2007 - 0:00
Blemish
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
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72

I Mors in Tabula, duo greco dedito a un black-death metal con importanti influenze elettroniche, dopo un demo che aveva fatto rizzare le orecchie a più di una etichetta, giunge con questo “Blemish” all’esordio discografico. E si tratta di un esordio di un certo interesse.

Il cd si apre con una lunga intro strumentale e d’atmosfera che tra suoni campionati, spiragli elettronici, risate filtrate e melodie adatte a una colonna sonora, ci presenta un ambiente da film horror. Siamo anni luce lontano da quello che è il vero sound della band, nonostante questo, verso la metà del disco, troviamo la sesta traccia “The Void” che ripresenta le stesse caratteristiche di “Into the Maze”. L’intro comunque scorre in un crescendo graduale che sfocia nella prima song intitolata “Passion Immured”, in cui veniamo finalmente a conoscenza della proposta dei Mors in Tabula. Suoni molto cupi, una pervadente atmosfera claustrofobia, ritmi veloci e cadenzati, quasi da danza tribale, il tutto condito ad effetti elettronici e voci filtrate. Sembra che il gruppo abbia prestato molta attenzione alle ritmiche dei Sepultura di “Roots”, per poi dedicarsi a un ibrido che contemplasse anche i Prodigy tra le sue fonti di ispirazione. E in effetti sembra che questi greci siano andati dallo stesso truccatore e dallo stesso barbiere del gruppo britannico.
Il risultato, in ogni caso, è pregevole e cattura l’interesse dell’ascoltatore. Per essere una prima uscita dimostra una grande maturità e fa al contempo molto ben sperare per il futuro. Sempre che la band decida di rimanere nell’ambito metal, dato che le premesse per un’ulteriore estremizzazione del sound in ambito elettronico, è tutt’altro che da escludere.

Qualche pecca, a ben guardare, la si trova anche, e più precisamente in alcuni passaggi che, immagino, dovrebbero risultare ossessivi nel loro ripetersi sempre uguali, ma che a volte sbagliano un po’ mira e sfociano nella noia. Per fortuna si tratta di casi isolati e di numero estremamente ridotto, che quindi non influiscono più di tanto nell’effettivo valore di questa opera prima.

Per concludere si tratta di un pregevolissimo esordio per una band che, con questo “Blemish”, ha dimostrato di avere diverse frecce al proprio arco e soprattutto una spiccata personalità. C’è ancora qualcosa da rivedere, ma in generale il songwriting è molto maturo e siam sicuri che, se sapranno crescere come ci aspettiamo, in futuro i Mors in Tabula sapranno conquistarsi un posto al sole.

Tracklist:
01 Into the Maze
02 Passion Immured
03 Blood Path
04 MK Ultra
05 Behold the Sin
06 The Void
07 Noctifer
08 Netter-Khertet
09 Eye of the Abyss
10 Sirens Call

Alex “Engash-Krul” Calvi

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