Recensione: Blood And Belief

Di Paolo Beretta - 7 Maggio 2004 - 0:00
Blood And Belief
Band: Blaze
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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75

Con questa recensione mi voglio prefissare un obiettivo ambizioso: cercare di scalfire quello spesso strato di perplessità e di scetticismo che circonda ancora immeritatamente la figura di Blaze Bayley. Dopo aver ascoltato e metabolizzato il terzo studio album Blood And Belief, del suo omonimo gruppo, non posso che tentare di tessere, con profonda ammirazione, le lodi di un buon singer come tanti che ha avuto il difetto di non essere nato con un talento naturale come Bruce Dickinson. La sua fortuna, quando è entrato nei Maiden, si è tradotta in un’orrenda fine determinata dall’astio espresso dalla maggior parte dei fans della vergine di ferro che lo hanno considerato l’unica causa del declino della band (Virtual XI) dimenticando, secondo me, la crisi creativa di Steve Harris e la mancanza di un genio come Smith.

Blaze, dopo il ritorno di Re Bruce al suo posto, non si è rassegnato al declino ma, al contrario, si è ripreso dimostrando determinazione, forza e capacità inaspettate. Pochi infatti avrebbero creduto nel 2000 che sarebbe riuscito a formare una band di spessore e a pubblicare in 3 anni due studio album (Silicon Messiah e Tenth Dimension) e un Live (As Live As It Gets) che hanno trovato diversi consensi. Per tutti questi motivi io ritengo che Bayley meriti, anche se non si apprezza la sua musica, totale rispetto perché tornare in piedi dopo la caduta fragorosa del 1998 non è da tutti.

Blood And Belief non è che una gradita conferma e lo scalino successivo dell’evoluzione della formazione britannica a dimostrazione della seconda giovinezza del singer inglese che, senza la pressione addosso, si sta togliendo qualche sasso dalla scarpa. Questo disco mostra un cambiamento del sound verso melodie più scarne in favore di musica più spigolosa, tagliente e metallica. La voce potente e oscura di Bayley viene esaltata al massimo in song cadenzate prodotte divinamente dal solito Andy Sneap. Il risultato è, senza mezzi termini, un buon lavoro. Ho usato il termine “buon” non per intendere un platter “carino” ma perché la tracklist che i Blaze ci propongono è davvero riuscita, compatta, rocciosa e senza cedimenti. La band scaglia la sua rabbia con maggiore convinzione rispetto al passato distanziandosi sempre più dall’H.M. degli Iron Maiden.

30 secondi, bastano 30 secondi per capire che non ci troviamo di fronte ad un’opener (Alive) comune e accattivante: il tipico singolo. No, dopo mezzo minuto l’ascoltatore sbatte contro un muro metallico imponente e denso griffato Wrath e Slater. La rabbia sanguigna dei Blaze stupisce e Bayley non si fa pregare per urlare con forza le strofe pesantissime, in mid tempo, esibendosi in buone estensioni vocali. Ottimo il refrain futurista e gli assoli distorti per una Hit devastante che dal vivo avrà sicuramente un impatto totale. Ten Seconds scivola invece con facilità tra ritmi veloci e le linee melodiche più accentuate delle guitars che tuttavia continuano a farsi sentire nel riffing. Un singolo facile e godibile da ascoltare diverse volte. Tempo di Title track ed il livello compositivo, come è giusto che sia, sale. La canzone non è lineare come le prime due. L’iter sonoro per 6 minuti continua a muoversi tra sferzate metalliche, atmosfere cupe, che si aprono solo nel chorus, per poi rabbuiarsi subito in un break ipnotico dettato dal basso di Banks. Il finale è una riuscita alternanza tra forza e melodia, velocità e rallentamenti improvvisi. Si prosegue con la melanconica Live And Death; un grido che si trattiene a malapena nelle prime strofe. Il riff breve ed intenso trova sempre più spazio e sostiene il refrain lineare ed arioso che entra subito in testa. Si respira un’aria più soffocante nella seguente Tearing Yourself To Pieces. Pesantezza ed inesorabilità sono gli aggettivi che meglio descrivono questa track semi-immobile che evoca nella mia mente disperazione e desolazione con linee melodiche tristi che colpiscono. La Hit è cantata benissimo da Blaze a testimonianza di come, l’ex Wolfsbane, sia migliorato in maniera netta negli ultimi anni. Hallow Head fin da subito si svela per quello che è: un Heavy Metal grezzo e senza tanti compromessi. Indiscusse protagoniste risultano essere le chitarre di Slater e Wray che quasi soffocano le strofe. Un pezzo lineare e piatto che nei suoi 4 minuti offre riff in quantità garantendo potenza e devastazione (consiglio di ascoltare questa song quando si vuole scaricare un po’ di sana rabbia repressa). In Will To Win i Blaze ci offrono un po’ di Speed Metal che mi ha ricordato, a tratti, Brave (Silicon Messiah). Sulla scia di melodie incalzanti che sfociano con facilità in un bel chorus veloce la track prosegue, senza intoppi, fino al break seguito dal conclusivo solos facile e vincente per un singolo estremamente godibile. Nei primi minuti di Regret si vive un’atmosfera d’attesa ed irreale tanto è tranquilla e fragile. Ben presto, infatti, entrano le chitarre gemelle che offrono sonorità più cadenzate e tristi senza appesantire troppo il tutto. Il brano molto bello non lo si può definire un lento ma è quello che, nel platter, si avvicina di più a tale definizione. Si prosegue verso il finale del disco con The Path And The Way. Una song disordinata e poco convincente che gioca tra accelerazioni e fermate brusche non troppo riuscite. Decisamente più accattivante l’agrodolce The Soundtrack Of My Life. Song stupenda dal testo semplice che parla, con realismo struggente, degli errori e delle delusioni della vita. Il sound è in continuo movimento ed il riffing d’impatto, ma mai eccessivo, non toglie, per fortuna, quel velo di grigiore nelle linee geniali del coro e dell’assolo.

Una track davvero bella che merita di chiudere un cd di spessore, potente, rabbioso (come testimoniano i colori sanguigni dell’artwork) e anche melodico che è stato prodotto e suonato in maniera estremamente professionale. Forse è tempo, anche per i più accaniti detrattori di Bayley, di dare un ascolto a questo disco liberi da pregiudizi. Io mi sento di dire, urlare, senza remore e pentimenti: Up The Blaze!

1. Alive
2. Ten Seconds
3. Blood And Belief
4. Life And Death
5. Tearing Yourself To Pieces
6. Hollow Head
7. Will To Win
8. Regret
9. The Path & The Way
10. Soundtrack Of My Life.

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