Recensione: Blood, Guts & Glory

Di Eugenio Giordano - 7 Gennaio 2004 - 0:00
Blood, Guts & Glory
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Anno: 2004
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70

Ho letto recensioni bruttissime su questo disco, firmate proprio da chi si spaccia per fedele difensore della fede metallica e devo dire che queste affermazioni non fanno che confermare le mie teorie su questi personaggi. Il secondo disco degli svedesi Cryonic Temple intitolato “Blood, Guts & Glory” esce sotto le insegne della Lmp Music tedesca dopo l’esordio firmato Underground Symphony circa due anni scorsi. I nostri sei svedesi sono autori di un metal integerrimo e frontale che promette grandi responsi tra gli amanti del power teutonico ma anche di sonorità maggiormente ortodosse ed epiche. Vi dico subito che se cercate sonorità innovative potete tranquillamente abbandonare la lettura di questa recensione, perchè nessuno, nè io, nè i Cryonic Temple crediamo che ci sia qualcosa da cambiare nel metal, l’esigenza di suonare musica rivoluzionaria o di snaturare i canoni del genere in questione non sembra proprio essere stata lontanamente considerata da questi ragazzi. Se amate i primi lavori dei loro connazionali Hammerfall, oppure impazzite per la potenza dei tedeschi Paragon (solo per fare un nome tra molti), credo che i Cryonic Temple possano rappresentare una vera rivelazione per tutti voi. Infatti il gruppo qui recensito fonde alla perfezione il gusto epico e crescente della band di J. Cans insieme all’energia inarrestabile dei riff di chitarra dei già citati Paragon sfornando un power metal di grande impatto sull’ascoltatore fin dai primi ascolti. Tengo a sottolineare il miglioramento complessivo che i Cryonic Temple dimostrano di aver raggiunto in questa nuova prova discografica rispetto all’esordio, inoltre la band nordica ha in parte abbandonato le soluzioni puramente power del precedente “Chapter 1” in favore di un sound più ortodosso enfatizzando il refrain epico di ogni singola composizione. La produzione è devastante, un bel mix tra precisione e cattiveria, in questo modo il sound della band risulta sempre graffiante evitando parti eccessivamente melodiche o scadere in soluzioni sterili.

Si comincia con la forza d’urto di “Mercenaries of metal” una prova compositiva di grande valore che pone subito la band in risalto rispetto al disco di debutto, le chitarre sono poste alla base del brano e il ritornello si dimostra immediatamente efficace fin dal primo ascolto. Più veloce e frontale “Inquisition” si avvicina decisamente al power tedesco e mostra la faccia più cattiva della band, anche in questo caso i Cryonic Temple scoprono l’acqua calda ma risultano molto convincenti. Il mood classico di “Swords and diamonds” richiama gli Hammerfall ma non scade in sterili ripetizioni, anzi questo brano risulta tra i migliori del disco con il suo andamento epico e un bel ritornello frontale. Meno elaborata e ragionata “Thunder and lightning” è una pallottola impazzita di power metal epico sparata addosso all’ascoltatore, il brano mantiene un tiro indiscutibile sebbene finisca per essere leggermente ripetitivo. Ambiziosa e più convincente “The story of the sword” consente alla band di misurarsi su tempi medi e strofe dal sapore epico, anche in questo caso i Cryonic Temple dimostrano un notevole miglioramento rispetto al passato. Ritmata e inarrestabile “Long live the warriors” incomincia con una strofa cadenzata e potente che poi conduce a un ritornello esplosivo dal grande refrain, insomma un bel pezzo potente. Anche “Triumph of steel” continua il platter all’insegna dell’equilibrio tra classico e power, si potrebbero chiamare in causa molte band che infondo suonano nello stesso modo, ma credo che bastino pochi ascolti per lasciarsi prendere da questo tipo di track. Il refrain corale di “The midas touch” promette grandi responsi in sede live anche se nel complesso l’ossatura della canzone non mi pare tanto curata, un brano che a un ascoltatore esigente lascia sicuramente l’amaro in bocca. Con “Through the skies” Cryonic Temple spingono con sicurezza su tempi più veloci e mi sembrano decisamente efficaci, bello il testo di questa canzone che è affidato alle vicende della battaglia d’Inghilterra durante la seconda guerra mondiale. Il finale del disco viene lasciato alla energia di “Metal no.1” un brano diretto e assolutamente ben arrangiato, anche in questo caso il responso in sede live è assolutamente garantito e come al solito le chitarre sono regine incontrastate del brano.

In conclusione posso affermare di non condividere minimamente le opinioni dei miei colleghi che hanno affondato questo platter perchè si tratta di un lavoro di carattere e grande passione. Posso comprendere chi sostiene l’inutilità di band come i Cryonic Temple, anche se non condivido, questo comunque non è un buon motivo per negare a questi ragazzi tutte le attenzioni e il supporto che meritano, supporto venuto meno proprio da chi si arroga la difesa di band come questa.

Tracklist:

1. Morphine dreams
2. Mercenaries of metal
3. Inquisition
4. Swords and diamonds
5. Thunder and Lightning
6. The story of the sword
7. Long live the warriors
8. Triumph of steel
9. The midas touch
10. Through the skies
11. Metal no.1

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