Recensione: Blood, Steel and Glory

Di Alessio Aondio - 9 Giugno 2012 - 0:00
Blood, Steel and Glory

Return Of The Warlord” per citare i Manowar, è proprio il caso di scomodare tali paragoni per gli Hyborian Steel, misteriosa band avvolta tra le brume di Crystal City, Missouri.

Se il bassista Ushan ed il batterista Blacksmith sono caduti con onore sul campo di battaglia del precedente “An Age Undreamt Of…”, il nuovo fabbro ferraio Ethan Zakharovic e lo stesso singer Howie Roberts che per l’occasione brandisce anche il quattro corde, non fanno che rendere merito agli ex compagni di scorribande.

Blood, Steel And Glory”, un titolo che è tutto un programma, si apre alla grande con un trittico mozzafiato e più d’assalto all’arma bianca rispetto alle sonorità passate ma, comunque intriso di velleità epiche, infatti la ruggente ugola di Roberts, quasi come se Tann degli Ironsword ingaggiasse un acceso diverbio addirittura con Mr. Shelton dei Manilla Road, ci trascina in mezzo al clangore di spade con “Metal Barbarians”, la title track e l’altrettanto efficace “Aquilonian Battlecry”.

Non trascuro affatto il maestro d’ascia Theodore Ulysses Berry il quale, con dei riff che solo Conan in persona avrebbe potuto utilizzare, ci conferma la sua estrema devozione verso l’Epic Metal tout court, riversato in inni oscuri quali “The Mountain Of Crom” o ancora “The Black Hand Of Set”.
Citazione d’obbligo per l’omaggio doveroso ai Cirith Ungol, che ben incarnano sia la filosofia che una delle fonti primarie d’ispirazione per i tre Hyborian Steel, “War Eternal” viene eseguita col cuore ed in modo personale ancora una volta grazie alle virili vocals di Howie.

La vera novità di “Blood, Steel And Glory”, oltre ad un sostanziale aumento dell’andatura dei vari brani, sta nell’inserimento di un paio di tracce maggiormente Rock oriented, come si rivelano “Cimmerian’s Blues” e la conclusiva “Rock Hyboria”, che non sfigurando affatto nell’integerrimo amalgama sonoro in questione, riuscendo ad allentare per un attimo la solennità dell’opera stessa.

Tutt’altro che raffinati ma coerenti ed inossidabili, ecco come si confermano gli Hyborian Steel A.D. 2012, una band che magari non finirà in “heavy rotation” sulle stazioni radio ma che, senza ombra di dubbio, farà tirare fuori dall’armadio i mutandoni di pelo, i calzari in pelle ed impugnare la spada per recidere le giugulari dei nemici del Vero Metallo, proprio come (purtroppo troppi anni or sono!) riusciva a fare l’act citato nella prima riga di questa recensione, “Death Or Glory”, ecco le sole cose che importano alla ciurma capitanata da T.U.Berry!

 

Alessio “Alemosh” Aondio

 

Line-up:
Howie Roberts: voce, basso
Theodore Ulysses Berry: chitarra
Ethan Zakharovic: batteria


Tracklist:
1. Metal Barbarians
2. Blood, Steel and Glory
3. Aquilonian Battlecry
4. The Mountain of Crom
5. War Eternal (Cirith Ungol cover)
6. The Black Hand of Set
7. Eastern Swords
8. Cimmerian’s Blues
9. Drums of Pictdom
10. Rock Hyboria