Recensione: Blood & Water

Di Gaetano Loffredo - 21 Settembre 2007 - 0:00
Blood & Water
Band: Mehida
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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50

E’ un dato di fatto: la Finlandia continua ad esportare un numero impressionante di gruppi heavy metal e la tendenza, statistiche alla mano, non sembra mostrare rallentamenti. Certo, se la qualità andasse di pari passo con la quantità saremmo tutti un po’ più felici.
Con i debuttanti Mehida si torna a parlare di prog power melodico e ad attirare l’attenzione, ancor prima della musica, ci pensano i nomi di Mikko Harkin (ex tastierista di Kotipelto e Sonata Arctica) e quello di Thomas Vikstrom (attuale voce dei Therion ed ex Candlemass).

Ai Mehida il compito di rappresentare la visione musicale di Mikko che, già nel lontano 1995, suonava e componeva pezzi propri con gli amici Markus Niemispelt (batterista) e Jarno Raitio (bassista) chiamati oggi a rapporto. Conquistata la popolarità e trovato un cantante ideale, giunge in soccorso la Napalm Records disposta a mettere sotto contratto una band, sulla carta, dalle buone prospettive. 

Purtroppo però, niente di nuovo sotto il sole. Blood & Water, questo il titolo del disco, ci consegna undici tracce sapientemente confezionate ma del tutto prive di mordente, undici canzoni che hanno un grave problema alla base: mancanza effettiva di nuove ma anche di vecchie idee, persino di idee riciclate. Da qui le crepe nella scrittura e negli arrangiamenti.
I ragazzi cercano di affidarsi al facile modernismo melodico e di orientarsi, talvolta, verso soluzioni un tantino più coraggiose, ma non è sufficiente riunire cinque musicisti dalle spiccate capacità tecniche per potersi rapportare ai maestri di un genere tutt’altro che convenzionale.
La sola Unchanging, non per niente posizionata al primo posto della scaletta, non basta a sostenere il peso di un giocattolo che si inceppa spesso e volentieri, a partire proprio dalle ininfluenti tastiere di Harkin alle quali spetta un ruolo inspiegabilmente secondario.
Sempre alla ricerca della de-costruzione, questo Blood & Water riesce a rialzarsi (sembra un paradosso) soltanto nei brani meno tecnici; la quinta Stonghold e la penultima Grace infatti, costruite con una buona dose di ruffianeria, riescono dove tutte le altre falliscono.

Vista dalla prospettiva del pubblico che paga, la situazione presuppone una legittima obiezione: perché spendere quindici euro per un disco che si rischia di abbandonare, causa insofferenza/intolleranza, entro i primi tre ascolti?

Passate oltre, di meteore ce ne sono fin troppe.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
1.Unchanging 
2.Wings Of Dove 
3.Burning Earth 
4.Multitude 
5.Stronghold 
6.Guilty 
7.A Letter From Home 
8.Dry Bones 
9.Lost Ones 
10.Grace 
11.Outro – End Of The World

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