Recensione: Box of the Human Souls

Di Giorgio Vicentini - 11 Maggio 2006 - 0:00
Box of the Human Souls
Band: Outcry
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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68

Dopo circa tre anni di rodaggio, arriva il momento dell’esordio su disco anche per gli altoatesini Outcry, molto attivi sul fronte live con numerose performance più o meno importanti. Box of the Human Souls è il titolo, presentazione al mercato discografico del loro death melodico influenzato dall’heavy senza sdegnare qualche incursione thrash.

Per prima cosa, mi piace far notare la professionalità dell’autoproduzione del quintetto, forte di suoni chiari, non propriamente esplosivi ma nitidi, oltre ad un artwork apprezzabile o meno a livello artistico, ma che dal punto di vista formale non ha nulla da invidiare ad uscite più ufficiali.
Premesso questo, la musica: convincente, svedese nel cuore con importanti inserti “heavy”, non una gioia assoluta per il sottoscritto, ma che ben si inseriscono nel contesto melodico. 

Gli Outcry non sono dei musicisti improvvisati, suonano con ordine, hanno tecnica esecutiva, amalgama di buon livello e gusto apprezzabile, per questo Box of the Human Souls porta in seno assoli efficaci ed intuizioni di qualità, come la bella melodia di fondo di “Last Kiss”, che si chiude con un pregevole arpeggio acustico. Vent’otto minuti più che validi, ai quali rendono giustizia le vocals di Haze nel suo growl/scream abbastanza tipico; brani vitali nel caso della title track, ben ritmati ed accentati in “Slaves of the Mirror”, spedita e trainata dal suono importante della doppia cassa. Al momento, sento da curare con maggiore attenzione l’uso dei vocalizzi in italiano, troppo confusi per essere chiari e quindi proficuamente sfruttati in “Denied Life”; scovarli è stato quasi un caso con tanto di testi alla mano.

Purtroppo, non sono riuscito a digerire per nulla il cantato pulito, a tratti imbarazzante, stonato o quantomeno “sospetto” nell’intonazione, che tocca il punto più basso nel coro finale di “Red Lake”, arrivando quasi a cancellare quanto di buono fatto dalla melodia iniziale leggermente malinconica. Un vero peccato, perché dato l’uso costante di queste soluzioni vocali, la loro scarsa resa infastidisce molti brani.

Box of the Human Souls è un bel dischetto, anche se mezz’ora scarsa dice relativamente poco sulla band. Avrei preferito un approccio più duro, ma già aggiustando le pecche vocali, gli Outcry di oggi hanno d’innanzi una via lungo cui proseguire.

Tacklist:
01. Syntonization
02. Box of the Human Souls
03. Last Kiss
04. Red Lake
05. Slaves of the Mirror
06. Denied Life

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