Recensione: Brand New Life

Di Vittorio Cafiero - 22 Aprile 2011 - 0:00
Brand New Life
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Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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75

È ormai superfluo ribadire come dallo Stivale giungano sempre più spesso proposte caratterizzate dallo stesso livello di serietà e professionalità dei Paesi più blasonati in campo rock. Tanto vale, quindi, passare subito all’esame di “Brand New Life”, terza fatica dei Figure Of Six, sestetto di Cesena che propone una miscela di suoni tutti assolutamente in linea con le tendenze più in auge al momento e, appunto, si presenta a noi con un’opera che nel suo complesso non sfigura con le produzioni d’oltralpe e d’oltreoceano.

Registrato, missato e prodotto da Tue Madsen (The Haunted, Hatesphere, Cataract ed Ektomorf, tra gli altri, nel suo curriculum, per i più distratti) “Brand New Life” è una sfacciata e grintosa prova di modernissimo metal, a metà strada tra il melo-death (più ‘melo’ che ‘death’, a essere onesti) di matrice svedese (Soilwork, giusto per fare il primo nome che viene in mente), il metalcore più classico con i suoi breakdown e le sue alternanze di parti vocali pulite-urlate (anche se non azzarderei il termine ‘scream’) e un pizzico di flavour decisamente giovanile che riporta a compagini quali Lost Prophets, Papa Roach et similia. Aggiungendo qua e là atmosfere sintetiche ed elettroniche, avrete compreso la formula Figure Of Six. Se non avete ancora afferrato cartucciera d’ordinanza e la vostra copia di “Denim & Leather” dei Saxon, molto bene, siete ancora sufficientemente ‘giovani’ e di mentalità aperta per ascoltare “Brand New Life”.

Ad aprire le ostilità ci pensa proprio la title-track, che, come da tradizione, si rivela essere il pezzo più trascinante e rappresentativo dell’intero lavoro. Tanta energia che aspettava solo di potersi liberare, parti vocali che spaziano dall’aggressivo al melodico, passaggi estremamente accattivanti e un gran lavoro chitarristico, sia in fase ritmica sia solista: ottimo biglietto da visita! Senza soluzione di continuità, si passa a “My Perfect Day”, dove sembra che Svezia e USA stringano un patto d’acciaio, almeno a livello musicale. Evidente come i Figure Of Six abbiano un debole per i cosiddetti ‘hook’, ossia i fraseggi più facilmente memorizzabili e ciò è palese anche nella successiva “Take Me Now”. Atmosfere tetre aprono la più pesante “War From The Inside”, che vede il riff portante fare da muro a soluzioni vocali abbastanza varie, ma comunque sempre orientate alla ricerca della melodia. La quale, c’era da aspettarselo, trova la sua massima espressione nella ballad “Siren’s Call”. Sfacciatamente sdolcinata, ammettiamolo, ma che esemplifica il talento dei Figure Of Six nel creare ritornelli accattivanti e potenziali singoli. Raggiunta la seconda metà del platter, si ha la certezza che i romagnoli, diversamente da altre formazioni di simile origine, abbiano scelto la strada della maggiore orecchiabilità allontanandosi quasi totalmente dai retaggi swedish-death del lavoro precedente; scelta opinabile probabilmente per qualcuno, bisogna però ammettere che i Nostri in questo campo ci sanno davvero fare.
Dopo questo intermezzo più calmo, che funge da giro di boa, l’inizio della seconda metà dell’album riprende secondo gli schemi della prima. Continua a persistere un’atmosfera di freschezza e di dinamicità che rende il lavoro piacevole all’ascolto. Con “Believer”, invece, i Figure Of Six introducono qualche novità con ritmiche più sincopate e maggiormente complesse, senza per questo tralasciare il ritornello melodico. Rimane classica solo la scelta di inserire il solo in posizione standard, ossia sulla tre/quarti del pezzo, proprio prima dell’ultimo chorus, per un brano che si mostra tra i più interessanti del lotto e che, secondo il parere di chi scrive, può rappresentare l’apertura verso soluzioni interessanti che la band potrebbe prendere in considerazione per il futuro.
Ci si avvia spediti verso la fine del disco. La chiusura spetta a “Something”: chitarre abolite, samples e sinth fanno da spalla alla voce del bravo Enrico Scutti il quale, in grande spolvero, è l’assoluto protagonista di un lento coraggioso e ambizioso, ma pericolosamente vicino a certe atmosfere più adatte ai canali televisivi musicali che non alle pagine di questo sito.

“Brand New Life” è un lavoro oggettivamente ben fatto, a cura di una band giovane e promettente. Probabilmente un maggiore peso dato alle chitarre in sede di produzione avrebbe reso l’album di maggiore attrattiva per un pubblico sempre affamato di sonorità pesanti, tuttavia, al di là del genere proposto che può non piacere, bisogna riconoscere al gruppo e al suo nuovo CD delle qualità oggettive che potrebbero mostrarsi utili nell’aprire interessanti opportunità, anche e specialmente all’estero.

Vittorio “Vittorio” Cafiero

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Track-list:
1. Brand New Life 3:56
2. My Perfect Day 3:27
3. Take Me Now 3:56
4. War From The Inside 3:30
5. Siren’s Call 4:06
6. Lady Enemy 3:26
7. Losin’ My Mind 3:29
8. Believer 3:39
9. I Guess 3:49
10. Something 3:38

All tracks 40 min. c.a.

Line-up:
Enrico “Erk” Scutti – Vocals
Peter Cadonici – Guitar
Matteo Troiano – Guitar
Stefano Capuano – Bass
Michele Mingozzi – Keyboard
Antonio Aronne – Drums
 

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