Recensione: Broken Uncle’s Inn

Di Francesco Maraglino - 19 Agosto 2011 - 0:00
Broken Uncle’s Inn
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
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80

La prepotente voglia di rock classico, che percorre ardente di questi giorni i territori dei paesi di lingua anglosassone così come le terre nordeuropee, ė giunta, a quanto pare, a lambire anche le coste italiane, penetrando nel territorio e giungendo a conquistare i cuori di cinque ragazzi di Ferrara: i Voodoo Highway.

Dopo un EP d’esordio, i VH licenziano in questi giorni il loro primo full length, dal titolo “Broken Uncle’s Inn”, il quale rappresenta una vera sorpresa. È un autentico piacere, infatti, scoprire che esistono anche in Italia dei musicisti che, pur se giovanissimi, dimostrano tanta passione per un genere musicale così autentico e fuori dal tempo e dalle effimere mode, e che, per di più, siano in grado di interpretarlo con tanta competenza e perizia.
L’album – va detto – non cela chi siano i numi tutelari dei Voodoo Highway, a partire da Deep Purple, Uriah Heep e Rainbow, per finire a certo southern rock a stelle e strisce. Sebbene le loro influenze siano dunque marcatamente radicate nei Seventies ( l’Intro ha come sottotitolo “Since 1972”…che altro aggiungere?), la grinta e la passione di questi cinque ragazzi rendono l’effetto finale del loro mélange artistico sufficientemente attuale ed in grado di competere con ogni altra band di new classic rock del resto del globo terraqueo.

Esemplari del fiammeggiante sound dei VH sono le prime tracce del CD, nelle quali spadroneggiano l’ascia di Matteo Bizzarri e l’organo Hammond di Alessandro Duò, i quali imbastiscono duetti e duelli sull’efficace tappeto ritmico di basso e batteria, mentre la voce di Federico di Marco si erge senza timore su tale vulcanico tessuto sonoro.
Ecco scorrere travolgenti, dunque, ”Till It Bleeds”, hard rock inconfondibilmente settantiano, poi “The Fire Will Burn Away”, rock’n’roll dall’epico chorus, ed ancora “J.c. Superfuck”, canzone catchy irrobustita dalla martellante sezione ritmica di Gollini & Cavallini.
Una soluzione di continuità in tale impetuoso calderone sonoro ė rappresentata da “Heaven with No Stars”, una ballata dagli spunti suggestivi e folk-progressivi, con echi di Uriah Heep, Jethro Tull e Rainbow, e con delicati tocchi di chitarra acustica ad impreziosirne la trama sonora.

E se la formula dei primi brani tende a ripetersi qua e là nell’opera,ecco arrivare la title track a dimostrare che i Voodoo Highway sono in grado di imbastire tessuti sonori ancora più articolati e carichi di spunti variegati, i quali ci consentono definitivamente di promuovere a pieni voti questo “Broken Uncle’s Inn”.

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Line Up:

Matteo Bizzarri – Chitarre
Filippo Cavallini – Basso
Federico Di Marco – Voce
Alessandro Duò – Hammond / Piano
Lorenzo Gollini – Batteria

Tracklist:

01.    Intro (Since 1972)
02.    Till It Bleeds
03.    The Fire Will Burn Away
04.    J.c. Superfuck
05.    Window
06.    Running Around
07.    Broken Uncle’s Inn
08.    Heaven with No Stars
09.    Gasoline Woman
10.    In Fact It’s the Worst
 

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