Recensione: Burning Ambition

Di Eugenio Giordano - 5 Luglio 2004 - 0:00
Burning Ambition
Band: Chariot
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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75

Questo “Burning ambition” è il secondo disco dei britannici Chariot originariamente edito nel 1986 quando il furore della NWOBHM aveva già iniziato il suo inesorabile declino. Tuttavia questa ristampa della Majestic Rock Records riporta alla luce un platter assolutamente valido, completamente incentrato sui canoni della New Wave e decisamente coinvolgente.

La proposta dei Chariot non è cambiata negli anni, la band propose anche in questo secondo “Burning ambition” un sound e un’attitudine ortodosse e dirette. Se amate il metal classico britannico credo che saranno sufficienti pochissimi ascolti di questo lavoro per essere soddisfatti in pieno. La produzione del disco è incentrata sulle chitarre e su una sezione ritmica veloce e cadenzata, certamente la band proponeva un souno molto coinvolgente puntando su composizioni di facile presa dal vivo e giocate su refrain semplici. Non aspettatevi un song writing particolarmente sviluppato o complesso, all’epoca non si sentiva nemmeno l’esigenza di spingersi in composizioni troppo ambiziose. Se cercate un disco innovativo credo che non varrà la pena per voi cercare questo “Burning ambition”, queste ristampe sono indirizzate a un pubblico esperto che ama il metal classico, magari con un pizzico di nostalgia. Al centro della musica dei Chariot c’era l’ottimo Pete Franklin, come già vi dicevo nella recensione del primo platter dei Chariot, Franklin è poi entrato nei Dirty Deeds sotto l’ala protettrice di sua maestà Steve Harris continuando l’opera intrapresa con la sua prima band. La ristampa offre una qualità sonora decisamente professionale e superiore alla media delle ristampe che circolano in questo periodo, sotto questo profilo la Majestic Rock Records ha svolto un lavoro davvero ineccepibile, peccato per un booklet privo dei testi che forse sarebbero stati apprezzati dal pubblico, si tratta comunque di dettagli.

Si parte alla grande con “Scream the night” una canzone travolgente e diretta che non deluderà gli amanti della NWOBHM, immediatamente appare innegabile il valore altissimo della band britannica. Esattamente sugli stessi parametri la successiva “Meet my match” è senza dubbio una composizione diretta e live oriented. Non cambia la musica nemmeno con la terza ottima “Play to win”, un esempio di metal britannico suonato con passione e coerenza. Maggiormente cadenzata e dinamica “Cradle to the grave” esplode in un ritornello travolgente che ricorda i Motorhead migliori. Il metal frontale di pezzi come “Burning” e “Strangers” viene affidato a ottime ritmiche di chitarra, non particolarmente elaborate, ma senza dubbio efficaci. Lo slow “So blind” lascia trasparire influenze blues che non rovinano il risultato finale del pezzo, sebbene non siamo di fronte a un brano epocale. Ottime invece le conclusive “Wasted years” e “Heartless” entrambe spregiudicate e inarrestabili grazie alle solite ottime strofe dirette unite ai grandi refrain dei ritornelli. Certamente i Chariot non hanno inventato nulla di particolarmente innovativo ma a conti fatti la loro musica si dimostra ancora oggi veramente valida.

Senza dubbio i Chariot meritano un interesse notevole da parte del pubblico metal moderno, non è facile trovare questa ristampa qui da noi in  Italia, se siete interessati potete mandare una mail alla casa discografica info@majesticrock.com non lasciatevi scappare un platter di questo livello.

1. Screams the Night  
2. Meet My Match  
3. Cradle to the Grave  
4. Burning  
5. Play to Win  
6. Strangers  
7. This Time You Lose  
8. Wasted Years  
9. So Blind  
10. Heartless   

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