Recensione: Burning down the opera – Live

Di Paolo Beretta - 17 Giugno 2003 - 0:00
Burning down the opera – Live
Band: Edguy
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Questa testimonianza Live arriva al momento giusto; dopo 5 studio album di livello e con una line up solida gli istrionici Edguy decidono di pubblicare un doppio cd dotato di una buona set list che ripercorre la loro storia e che, soprattutto, dimostra la bontà della band nelle esibizioni dal vivo. Tobias & Co. mettono assieme, come al solito, la loro grande voglia di divertirsi e coinvolgere il pubblico con l’esperienza accumulata negli anni che non li fa strafare e commettere errori nell’esecuzione avvolgente e potente dei brani. Una nota particolare la merita il leader e vocalist Sammet. Si sente che è giovane, pieno di forza e con la sua voce alta ma particolare corre su dei “binari” mostrando irrisoria facilità nell’interpretare i pezzi senza tirarsi mai indietro. Gli Edguy sono stati molto attenti ai particolari e oltre alla produzione notevole regalano ai fan (nella versione limitata almeno) un booklet “esagerato”. Ci sono tutti i testi (rarissimo per un prodotto live) e oltre 150 fotografie che immortalano la band negli spettacoli e in gag esilaranti che confermano i teutonici come la vera Happy Metal band in circolazione.
Il Power Metal melodico se suonato con classe e passione non è, come molti dicono, pacchiano e sempre uguale. Se lo si canta con grinta, se gli assoli e la sezione ritmica non corrono sempre a 200 Km/h, se non si disdegnano anche riff decisi e originali cambi di ritmo… beh allora la cosa diventa davvero interessante e si può scoprire un vero amore per questo genere, che non si vergogna di proporre anche melodie curate.
Questo è ciò che gli Edguy hanno sempre proposto nella loro breve ma intensa carriera. Nel Live che sto ascoltando si sente Phatos, carica, forza e, cosa più importante, buona musica. Scivolano così sulle mie guance le pesanti e possenti lacrime metalliche di Mandrake che mi hanno incantato per oltre 7 minuti. Poi vengo trasportato alla velocità della luce a Babylon e anche qui sono bersaglio di una marea di assoli e di una sezione ritmica maestosa che solo ogni tanto rallenta, facendomi respirare. Come non citare poi la Terra dei miracoli dove ogni cosa con in sottofondo un sound leggero, gentile e caloroso non può che finire bene. Chiude il primo cd un brano eterno, difficile che ci porta indietro nel tempo in Egitto con le sue melodie particolari e “faraoniche” che Tobias cavalca sfoderando un cantato vario ed emozionante. Tra pause, accelerazioni e solos guitars delicati 15 minuti passano senza per questo pesare minimamente. Con la cavalcata Vain Glory Opera torniamo invece nel mondo moderno e più precisamente negli eighties quando la brillantina, i capelli con le pieghe assurde e, soprattutto, le tastiere alla Europe imperversavano. Questo pezzo, come la conclusiva Out of control, tuttavia perde qualcosa rispetto alla versione originale per l’assenza di Hansi Kursch che in studio ci aveva messo del suo. Dopo un assolo di batteria è tempo di Save us now; una sorta di sigla da cartone animato portabandiera dell’ Happy Metal. Vi sfido ad ascoltare la suddetta hit dal potenziale commerciale immenso e a non divertirvi come dei pazzi! Chiudono l’esibizione Inside e Avantasia; due tracks (a mio parere nemmeno le più riuscite) tratte dal primo grande capitolo della Metal Opera.
Gli Edguy sono secondo me il più bel prodotto del Power Metal moderno Made in Germany degli ultimi anni e questo live ne è la riconferma. Se vi piace il genere comprate ad occhi chiusi.

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