Recensione: C.I.A.

Di Michele Carli - 15 Dicembre 2009 - 0:00
C.I.A.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
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68

Contraband International Audio: è questo il significato dell’acronimo di C.I.A. secondo i Pitbull Terrorist, i quali non sono altro che un gruppo di “combattenti per la libertà” provenienti da varie nazioni con base in Finlandia, dalla quale lanciano distruttivi messaggi musicali al mondo. E anche se il loro messaggio non sembra in grado di incrinare le fondamenta della società, bisogna comunque ammettere che i vetri delle finestre di casa non possono ritenersi cosi fortunati. Si perché quando si mischia il thrash metal, il grindcore moderno e il crust punk bisogna aspettarsi un po’ di detonazione, e in questo i Pitbull Terrorist si sono dimostrati dei bombaroli niente male.

Certo, non bisogna aspettarsi niente di trascendentale. C.I.A. non è assolutamente un album da avere a tutti i costi, ma è più un album funzionale. Questo perché fa esattamente quello che ci si aspetta da un lavoro di questo tipo, ovvero quello di dare l’input necessario ai muscoli del collo per dare vita all’headbanging, bypassando il cervello. La batteria, complice anche un ottimo suono, pesta che è un piacere sia quando si tratta di blastare furiosamente, sia quando si tratta di dare groove ai pezzi, mentre il growl selvaggio della cantante Ursula ben si adatta alla struttura delle tracce nonostante perda un poco di terreno nelle rare clean vocals. Eh si, perché i Pitbull Terrorist non disdegnano comunque un po’ di sperimentazione, seminata parsimoniosamente nei venticinque minuti che compongono il disco. Oltre alle già citate voci pulite (ascoltate Ode for the old, vicina agli ultimissimi Napalm Death) sono anche presenti parti di chitarra riconducibili ai System of a Down, come ad esempio in The shit of the system e in Necessary Evil, e citazioni dei Cannibal Corpse come il riff iniziale di Pig, “preso in prestito” dalla famosa Hammer smashed face.
Un po’ di varietà che non fa certo male a un disco del genere, visto che per farsi spazio in un mare affollato come questo ormai non basta più limitarsi a fare rumore più forte degli altri.

La base resta comunque quella segnalata a inizio recensione, e quindi assalto sonoro in quantità, cavalcate thrash e sfuriate grindcore in abbondanza, non abbiano paura gli appassionati. E sebbene la durata del disco sia effettivamente limitata (venticinque minuti sono pochini) di materiale con cui divertisti ce n’è sicuramente. Da provare.

Michele ‘Panzerfaust’ Carli

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Tracklist:

1. No Resurrection
2. The Silencer
3. Ode For The Old
4. Cut Below The Waist
5. The Pig
6. Economaniac
7. Maus
8. Dirt Bomb
9. The Leak
10. Agent Orange
11. Necessary Evil
12. Guerra
13. You Did Try
14. Let The Gods Do The Fighting
15. Corpocrazy
16. In Confidence
17. The Shit Of The System
18. End Of It All

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