Recensione: Camp Blood

Di Michele Carli - 8 Marzo 2006 - 0:00
Camp Blood
Band: Bile
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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78

Se si andasse per associazione di idee, il nuovo lavoro degli olandesi Bile porterebbe a queste conclusioni: gore, film horror di serie b, c, d e f, Impetigo, zombie vari, The texas chainsaw massacre, Venerdì 13, ed i primi Regurgitate. Proprio loro, infatti, sembrano essere i principali ispiratori di questo disco, con quei ritmi cadenzati e catchy mischiati ad accelerazioni velocissime, condite con un cavernoso, pitch-shiftato growl da scarico del lavandino otturato.

Chi si aspetta, quindi, blast beat precisissimi dall’inizio alla fine rimarrà spiazzato, visto che Camp Blood, nonostante abbia tutte le canzoni legate strettamente da un unico filo compositivo, risulta essere piuttosto vario nella scelta dei tempi, dando spazio anche a situazioni di calma apparente ed a spunti, per cosi dire, d’atmosfera, riuscendo nell’impresa di non stancare l’ascoltatore, esorcizzando quella noia che sembra colpire la maggioranza delle uscite discografiche più o meno underground. Neppure le intro registrate danno l’impressione di essere invadenti, con buona pace del tasto skip, e lasciano scorrere tutte le tredici tracce in modo fluido, senza divagare troppo o rendere il risultato dispersivo. Nel complesso, si ha l’idea di non avere di fronte un album preparato in fretta e furia ma un prodotto curato, rifinito e con un ottimo artwork d’effetto.

Il livello di preparazione degli strumentisti non è la punta di diamante del disco, e va bene così: i riff di chitarra sono semplici e immediati, impastati e distorti all’inverosimile da una produzione ottima (o meglio, adeguata) che da risalto al suono secco del rullante del batterista e cantante Rob, il quale passa con disinvoltura da tempi ultraveloci e martellanti a ritmi praticamente doom nonostante alcuni errori e frequenti fuori tempo che lasciano, però, un alone di spontaneità e di potenza fuori controllo; il tutto accompagnato dal suono praticamente monocorde del basso, messo molto in risalto in modo da compattare ed ingrossare il muro sonoro.

Se avete voglia di immergervi in prima persona in un vecchio film splatter, guidati da una voce che potrebbe far impallidire persino il vostro idraulico di fiducia, senza sentire il bisogno di passaggi strumentali cervellotici o sofisticati messaggi subliminari contenuti in testi profondi e filosofici ma anzi, volete farvi portabandiera del goregrind più becero e groovy, fatevi avanti e comprate di corsa Camp Blood!

Tracklist:

1)Camp Blood (2:45)
2)Widespread Bloodshed (1:30)
3)Resurrected (1:33)
4)Boot Cracked Cranium (2:25)
5)Axe Wielding Killer (2:56)
6)Death Curse (4:01)
7)Bludgeoned And Beaten (1:57)
8)Dredging The Lake (3:19)
9)Crazed Stalker (1:55)
10)Blood Rorschach (2:12)
11)Bled Dry (1:08)
12)Deranged Facial Stabbing (3:01)
13)The Final Chapter (5:25)

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