Recensione: Carelian Satanist Madness

Di Sergio Vinci - 28 Febbraio 2006 - 0:00
Carelian Satanist Madness
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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73

Ne hanno fatta di strada i Satanic Warmaster, band capitanata da Tyrant Werwolf, personaggio già noto nell’ambiente Black Metal finlandese grazie alla sua militanza in bands quali Pest e Horna, adesso leader ed unico songwriter in questo nuovo progetto, che in realtà tanto nuovo non è, visto che il gruppo ha già inciso la bellezza di tre album, escludendo demo e sette pollici vari.  

Il gruppo esordisce nel 2001 con il più che buono “Strength & Honour”, disco nel quale il gruppo gettava le fondamenta al sound che avrebbe caratterizzato i futuri lavori, presentando una proposta musicale dai tratti un po’ acerbi tipici di un debutto discografico, ma dove si potevano già notare le principali coordinate stilistiche,  fortemente ancorate alla vecchia fiamma nera ed un’attitudine sì grezza, ma anche fiera e battagliera, proprio come il titolo stesso dell’album lasciava intuire. Il secondo lavoro, “Opferblut” (2003), fece da tramite tra il primo, minimale e oltranzista percorso imboccato dal gruppo nel debut-album, e il più “levigato” e per certi versi più profondo discorso messo in atto in questo nuovo “Carelian Satanist Madness”.  

Sin dai primi ascolti ci si rende subito conto che la band ha mantenuto intatte nel proprio stile tutte le caratteristiche fin qui menzionate e apprezzate, ovverosia un approccio molto grezzo e primitivo attaccato agli stilemi classici del True Black Metal più intransigente, ma che proprio da queste basi ne ha preso gli elementi migliori e li ha rielaborati per forgiare un sound molto più raffinato, vario ed emozionante. Partendo dalla produzione, che comunque rimane sempre sporca e ruvida, notiamo che questa volta è più curata e capace di non sacrificare nessuno strumento, e ciò sarebbe stato un peccato, visto il livello piuttosto alto degli arrangiamenti e del songwriting in generale.  

L’opener “The Vampiric Tyrant” ci trasporta subito nelle gelide e malinconiche atmosfere che ci accompagneranno durante tutta la durata del cd. E’ quasi incredibile il progresso compiuto da Werwolf, in grado di regalarci un sound che non snatura assolutamente la tradizione del miglior BM finnico, proposto però con molta ispirazione e un gusto melodico molto particolare, capace di far risultare le composizioni abbastanza fresche e non troppo scontate e, se pensiamo ai territori sui quali si muove il gruppo, direi che non è impresa da poco. Segue la title-track, dall’apertura molto oscura ed ipnotica, costruita su ottimi arpeggi, che in seguito però ritornerà su coordinate prettamente Black, dove è facile scorgere le affinità con i suoni tipici di altri loro compatrioti, quali Horna e Sargeist, tanto per citare due tra i nomi più illustri. Con il terzo brano, “True Blacness”, per un attimo ho avuto un sussulto, in quanto il riff iniziale è dannatamente simile alla title-track del mitico Deathcrush dei Mayhem! Fortunatamente la song dopo si sposta su tutt’altre coordinate, altrimenti avremmo rasentato il plagio. Credo tuttavia che la cosa sia voluta e debba intendersi come un omaggio alla band di Euronymous, quindi nulla di cui allarmarsi. Cadenzata e ricca di pathos si presenta invece “My Dreams Of 8”: nulla che faccia gridare al miracolo, ma trattasi di un altro episodio dove la band mette in atto la propria dimestichezza e disinvoltura nel creare mid-tempos davvero efficaci. Da segnalare, in chiusura, la penultima “My Kingdom Of Darkness”, fast song tra le più riuscite del lotto, con quel tipico intrecciarsi tra chitarra ritmica e solista nel ritornello, che dona pienezza e dinamicità dove ve ne è stretta necessità (forse è proprio l’uso più accurato delle chitarre l’elemento che differenzia maggiormente quest’opera dalle precedenti, che erano impostate su linee chitarristiche molto più lineari ed istintive). La conclusione spetta ad una sorta di litania parlata fatta di sole tastiere e voce appunto, intitolata “Blessed Be, The Grim Arts!”, non malvagia ma piuttosto noiosa e ripetitiva.  

Concludendo, mi sento di consigliare l’acquisto di questo album ai veri estimatori dell’old school Black Metal, ma non è da escludere che anche altre fasce di pubblico meno “integralista” potrebbero trovare al suo interno molti spunti di reale interesse, vista la discreta varietà tra i brani e le diverse intuizioni melodiche veramente azzeccate.   

Tracklist.
01. The Vampiric Tyrant
02. Carelian Satanist Madness
03. True Blackness
04. My Dreams Of 8
05. Eaten by Rats
06. 666
07. My Kingdom Of Darkness
08. Blessed Be, The Grim Arts! 

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