Recensione: Chained

Di Roberto Gallerani - 18 Febbraio 2009 - 0:00
Chained
Band: Crystal Eyes
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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71

Sesto album per gli svedesi Crystal Eyes, band che sin dagli esordi è rimasta fedele a un power di matrice teutonica sulla scia di gruppi come Helloween e Gamma Ray, tanto per citare i maestri, soprattutto riguardo le melodie happy. La musica di questa band non è di certo pretenziosa, sono operai del metallo, e ciò che più desiderano è suonare power/heavy metal con l’unico scopo di farci scuotere la testa per un po’ di minuti. In tal senso questo Chained funziona a meraviglia, grazie a brani che fanno dell’energia e delle melodie di facile presa i loro punti di forza. Rispetto al passato comunque si nota una certa tendenza a rallentare i ritmi, spostandosi di più su mid tempos, cercando in un qualche modo di conferire maggiore pathos ai brani. Ciò che infatti risalta maggiormente è uno spirito heay/hard rock anni ’80 per tutta la durata del disco.

La band è compatta, non male è la produzione; inoltre rispetto al passato i nostri riescono anche a variare leggermente la loro proposta, passando da brani dal sapore hard rock, al classico power teutonico. Certo, non inventano niente, ma vi posso garantire che queste canzoni hanno una certa anima, riescono a farsi apprezzare, grazie soprattutto ai continui cori da stadio che ti si stampano immediatamente nella mente.

L’iniziale, Ride The Storm è una canzone in tutto e per tutto power, con melodie happy a sorreggere il tutto, The Fire Of Hades e The Devil Inside, ci mostra i Crystal Eyes molto più inclini a proporre brani rocciosi e decisamente heavy metal (il primo) e brani hard rock. Soprattutto quest’ultimo si fa apprezzare per la sua freschezza, il coinvolgimento che sa trasmettere, grazie a un chorus azzeccato.
Si ritorna su lidi classicamente power con Waves Of War, veloce e tirata in piena tradizione tedesca, e sicuramente uno dei brani migliori dell’album. Dying The Rain torna a richiamare i Judas Priest come stile, anche se questo non basta per risollevare le sorti di un brano che non riesce a decollare. Decisamente più ispirato è Fighting, un brano heavy metal veloce e tirato, con un chorus caratterizzato da cori e contro cori trascinante e che spinge i nostri su lidi hard rock.
Sulle coordinate più massicce si mantiene Shadow Rider, che si fa apprezzare per il grande lavoro delle chitarre.

In sostanza è un album che si fa apprezzare, i brani funzionano, scorrono bene a parte un paio di cadute. Il songwriting in possesso dei nostri è consolidato ormai da anni, ciò che manca al gruppo è la voglia di osare di più, ma forse va bene così anche a loro. Con questo Chained, gli svedesi ancora una volta dimostrano che a loro interessa semplicemente suonare metal, in modo sincero, senza pretese, ma con il cuore in mano! Ed è questo aspetto che aumenta il valore di un disco che sicuramente non passerà alla storia. Consigliato a chi senza heavy metal proprio non sa stare!

Roberto “Van Helsing” Gallerani

Tracklist:
1. Ride The Rainbow
2. The Fire Of Hades * MySpace *
3. The Devil Inside
4. Waves Of War * MySpace *
5. Dying The Rain * MySpace *
6. Fighting
7. Shadow Rider * MySpace *
8. Lonely Ball Of Fate
9. Guardian

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