Recensione: Chapter from a vale Forlorn

Di Beppe Diana - 3 Marzo 2002 - 0:00
Chapter from a vale Forlorn
Band: Falconer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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90

Ascoltando questo “Chapters from a vale forlorn” mi è più volte venuto in mente un vecchio detto italico che dice: “bisogna battere il ferro, finchè è caldo”. Non so se queste parole hanno un significato plausibile anche fra le fredde lande svedesi, ma il buon Stefan Weinerhall, deus ex machina dei Falconer, se le sarà sentite ronzare più volte nelle orecchie negli ultimi mesi, dopo che l’album di debutto della sua band ha riscosso un successo continentale sia di pubblico che di critica, cosa che davvero non capita di sovente.

Così a distanza nenache di un anno dal pluricelebrato omonimo platter, arriva il suo degno successore che vede la band aggiustare il proprio tiro verso delle composizioni più calibrate e diciamo ragionate, dei mid tempos piuttosto atmosferici ricchi di phatos e feeling, in cui naturalmente convivono in perfetta simbiosi l’epicita dei primi Manowar ed Heavy Load soprattutto, e certe partiture di musica folk svedese, il tutto reso naturalmente più appetibile dalla splendida interpretazione del singer Mathias Blad, la vera soprpresa della passata stagione, un vocalist che si pone una spanna al di sopra dei soliti cantanti spacca bicchiere, e che ai gorgeggi senza senso, preferisce trasmettere sentimenti veri con il suo caldo timbro enfatico/teatrale davvero da applausi a scena aperta.

Anche questa volta la produzione viene affidata nelle mani esperte di quel vecchio volpone di Andy La Roque, che naturalmente rappresenta un’indice di qualità assoluta, e che permette alla band di esprimersi al meglio delle proprie potenzialità. Con tanta carne al fuoco, capirete benissimo quant’è difficile estrarre dei possibili highlists, anche se, ascoltando più volte l’album nel suo insieme, ci si accorge che qualitativamente parlando, il livello del songwriting dei Falconer, è rimasto invariato e non ha apportato niente di così stravolgente rispetto ad un recente passato, ma nonostante tutto i brani, molto avvincenti e piuttosto coinvolgenti, meriterebbero tutti un’analisi più approfondita, anzi direi piuttosto che meriterebbero tutti un’ascolto.

Quindi senza volermi soffermare sulle singole tracce, vi consiglierei l’ascolto di piccole gemme come l’opening track “Decadence of dignity” o della stupenda “Lament of ministrel“, per non parlare dell’inno “For life and liberty” e la suadente “The clarion call“, tanto per farvi l’idea di quello che la band è in grado di proporci.

In definitiva “Chapters from a vale forlorn” non è un capolavoro assoluto tale da farci gridare al miracolo, ma piace dannatamente per il suo alternarsi di mistiche sensazioni ed umori palpabili lungo le nove tracce che lo compongono, vivamente consigliato.

Tracklist:

01) Decandence Of Dignity
02) Enter The Glade
03) Lament Of A Minstrel
04) For Life And Liberty
05) We Sold Our Homesteads
06) The Clarion Call
07) Portals Of Light
08) Stand In Venerations
09) Busted To The Floor

 

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