Recensione: Chapter II: the king’s rescue

Di Eugenio Giordano - 2 Luglio 2003 - 0:00
Chapter II: the king’s rescue
Band: Kaledon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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68

Dopo l’esordio “legend of the forgotten reign”, targato 2002, gli italiani Kaledon confezionano questo nuovo “chapter II: the king’s rescue” sempre sotto l’ala protrettrice della attivissima Steelborn Records di Tortona. Il gruppo si affida a un power epico dalle tinte non eccessivamente sinfoniche che nel caso del primo cd era penalizzato a causa di una produzione sonora imprecisa che comprometteva la riuscita del disco in senso artistico. In questa sede i Kaledon hanno risolto brillamente il problema e posso confermare che questo nuovo platter possiede un sound migliore, potente e preciso che finalmente permette alle composizioni proposte di alternarsi dinamicamente lungo la durata del disco. Sotto il profilo compositivo sono stati apportati importanti miglioramenti, in primo luogo i brani mi sembrano drammatici e maggiormente elaborati rispetto a quanto proposto in sede di debutto, a questo si aggiunge un migliore uso delle chitarre ritmiche che colpiscono con decisione nei riff e sostengono energeticamente ogni brano. I cori sono curati maggiormente e il miglioramento si traduce in una maggiore emozionalità delle canzoni che spesso sfociano in refrain coinvolgenti e potenzialmente adatti alla esibizione live, questo aiuterà certamente i Kaledon in futuro. Brani come “shadow of Azrael” viaggiano su tempi sostenuti e diretti, colpisce la sezione ritmica senza risultare mai monotona e plastificata, a dimostrazione di una maturazione evidente di ogni elemento del gruppo. Stesso discorso per le successive “black sun” e “the abduction” che ricordano i primi Thy Majestie senza scadere in facili refrain melodici che stonerebbero con la drammaticità del disco, anche se chiaramente sono ancora ampi i margini di miglioramento del gruppo. L’alternanza di parti propriamente metal e inserti sonori che ricostruiscono le scene del concept del regno di Kaledon non contrasta con la riuscita del disco, in certi casi spezza in modo ingenuo la potenza di soluzioni brillanti e questo forse potrebbe essere evitato in futuro. Il tallone di Achille del gruppo, aspetto ormai innegabile, resta la prestazione vocale tessuta sulle canzoni, un brano come “home” svela tutte le carenze del vocalist, elemento sicuramente dotato di una timbrica notevole adatta al prog metal elegante degli ottimi romani River of Change, ma che con fatica si inerpica sugli acuti che si trovano spesso nelle composizioni dei Kaledon. Naturalmente la risoluzione del problema potrebbe essere quella di evitare eccessivi vocalizzi che risultano spesso sterili e fastidiosi, se si esclude infatti questo aspetto i brani più riusciti del lotto risultano proprio quelli meno acuti sotto il profilo vocale. Ottima in questo senso “new soldiers from a new army” che ricorda i Grave Digger più epici, quelli di “tunes of war” oppure dell’ultimo “rheingold”, ottime le chitarre e il refrain affidato a un coro trascinante e profondo. Il gruppo è coinvolto in un progressivo e innegabile miglioramento che ha già dato ampi risultati in questo nuovo disco, ma che, a mio avviso, ancora nasconde le reali potenzialità dei Kaledon. I Kaledon hanno tutte le caratteristiche per farsi apprezzare anche da chi non vive di power metal e un brano trascinante come “revenge” può scatenare risposte molto positive se eseguita come incipit in un concerto. Il mio giudizio sia quindi letto come una critica e un apprezzamento positivo che serva a migliorare la posizione del gruppo nella scena e che possa suscitare interesse da parte di chi ancora non conoscesse il gruppo, ma voglio anche esortare il gruppo a continuare la sua progressiva ascesa artistica verso uno stile sempre più personale ed elaborato. Per i Kaledon è una priorità riuscire presto a superare gli aspetti osservati prima e trovare un equilibrio compositivo ed esecutivo che consenta ad ogni singolo componente del gruppo di esprimersi secondo la sua capacità artisitca senza forzature eccessive. Di questo passo il gruppo potrebbe rivelarsi presto una delle migliori realtà emergenti del nostro panorama, ne sono certo.

1 in the time

2 shadow of azrael

3 black sun

4 the abduction

5 sad destiny

6 valley of the death

7 revelation

8 escape from the jail

9 home

10 the new kingdom

11 new soldiers from a new army

12 revenge

13 a frozen dawn

14 the second fall

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