Recensione: Charmed Human Art Of Significance

Di Massimo Ecchili - 22 Settembre 2010 - 0:00
Charmed Human Art Of Significance
Band: MindSplit
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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83

I MindSplit nascono nel 2003 dalle menti di due veterani della scena metal svedese: il singer H.B. Anderson ed il chitarrista Mathias Holm, già insieme alla fine degli anni ’80 nei The ‘n’ Sin, e qui in veste anche di produttori.
Charmed Human Art Of Significance (il cui acronimo è C.H.A.O.S.) è un concept album che si basa sugli appunti ricavati dalle sedute di psicoterapia svolte da Xerxes Anderson (conosciuto anche come Prof. Xandau), antenato di H.B. e stimato terapista che visse nel corso del diciannovesimo secolo ed esercitò sia in Europa che in America; quale sia il confine tra leggenda e realtà non è dato sapere.
C.H.A.O.S. Rappresenta un lungo (oltre i settanta minuti) viaggio in musica attraverso differenti stati d’animo e differenti situazioni, a testimonianza della complessità della mente umana e delle sue reazioni. La produzione, potente e pulita, asseconda decisamente bene l’oscurità di musica e testi, imprigionando l’ascoltatore in un mondo disturbante e complesso dall’inizio alla fine; la componente metal è ben presente, più che in altri prog album, anche grazie alla voce potente e graffiante di H.B. Anderson, cantante forse più adatto all’heavy che al genere proposto, nonostante le sue caratteristiche contribuiscano a render il platter qualcosa d’altro rispetto a molte produzioni prog metal odierne.

“This is The Beginning of a new horizon, the first step into another dimension. The clock is set; the time is right, bless the discoverers’ great divine. Sit down and lean your body back, make yourself comfortable, close your eyes and embrace the black. Prepare for a journey through mazes in mind, a travel through changes of turbulent time. F all apart with the civil art is like a sacred curse. Welcome to my world, my grand design.”

La voce narrante del prologo ci introduce nell’intricato labirinto dell’umana ragione, mentre il primo brano vero è proprio è anche il più lungo dell’intero C.H.A.O.S.: la cupa ed intricata Silohuettes, che a dispetto di un chorus piuttosto semplice ha una complessità alquanto marcata. Il riffing è oscuro e tagliente, la sezione ritmica varia e piuttosto grintosa, a tratti vicina al power. Forse è un po’ troppo lungo il solo centrale di chitarra, ma tutto sommato i dodici minuti e mezzo abbondanti della lunga traccia passano senza cedimenti. Alla complessità di Silhouettes fa da contraltare la semplice e cantilenante The Traveller, mentre Presence Of Time riporta il sound su lidi più ruvidi; bello il lungo solo di Holm, ma le linee vocali lasciano un po’ a desiderare.
Si giunge così a …elsewhere?, brano lento ed ispirato, guidato da un’acustica arpeggiata sulle note della quale si muove questa volta bene Anderson; e acustico è anche l’intro della spettacolare Inside The Heart Of Silence, che si snoda tra cori azzeccatissimi, un break power-oriented, con una mastodontica prova di Skäre dietro le pelli. Songwriting ed arrangiamenti degni di lode per quello che è il miglior pezzo di C.H.A.O.S..
Battle Of The Mind è una mazzata che coniuga ritmiche serrate, a tratti math, riff oscuri ed un cantato che esprime disagio ed angosciosa inquietudine; la strumentale Visual Minds, nonostante sia formalmente impeccabile e tecnicamente inappuntabile, avrebbe potuto essere estromessa dalla tracklist, poichè l’unico risultato che ottiene è quello di appesantire un album già di difficile digeribilità ai primi ascolti (è questo il vero punto a sfavore di C.H.A.O.S.).
NMe – Myself & I è il primo singolo (per il quale è stato girato anche un videoclip) estratto dal concept, e la scelta è comprensibile perchè il chorus è di quelli che entrano in testa e sono difficili da scacciare. Through The Eyes Of A Child è una classica ballata con accompagnamento pianistico, facile quanto gradevole, che spezza un’atmosfera cupa e pesante per qualche minuto; splendido il modo in cui i MindSplit riportano il mood su di una dimensione più tormentosa, e cioè dapprima con l’acustica A Room With Thousand Doors e poi con la lunga A Purpose Of Circumstance che, dopo il doppio break, riconduce il sound di C.H.A.O.S. all’oscura angoscia che rappresenta il vero filo conduttore del platter. Ben inserito nel contesto del brano il contributo del sax, come in generale è ancora una volta decisamente efficace l’architettura del brano, con lunghe ed eterogenee divagazioni strumentali che non danno mai l’impressione di far smarrire il filo del discorso nè, tantomeno, di essere state incollate assieme a forza, bensì dimostrano di far parte di un insieme ben concepito e sviluppato.
Abandoned Echoes chiude il disco in linea con quanto ascoltato sino a questo punto, anche se è la voce narrante, già protagonista del prologo, a traghettare l’ascoltatore al di fuori del concept.

Debuttano in modo ben più che convincente i MindSplit, arricchendo gli scaffali di un platter che tutto sembra tranne che un esordio. C.H.A.O.S. è un lavoro oscuro sia dal punto di vista delle tematiche affrontate (disturbi ed angosce mentali) sia da quello musicale. Con la più che solida sezione ritmica formata dal duo Payne-Skäre a garantire dinamismo e rocciosità, con il gran lavoro, spesso nell’ombra, di Lidström alle tastiere, i due mastermind Holm e Anderson possono godere di terreno ben saldo sotto i piedi per rendere al massimo, l’uno sia in fase di riffing che come solista, l’altro sfruttando il proprio timbro particolare che contribuisce a differenziare i MindSplit dalla massa, creando un proprio e riconoscibile sound. L’unico neo evidente è l’eccessiva durata del full length: oltre settanta minuti che risultano decisamente troppi data l’intensità dell’opera.
Non è semplice entrare nel mondo di C.H.A.O.S., ma una volta capito che c’è un intero universo da scoprire al suo interno si capisce che vale la pena insistere. La longevità è garantita e, ascolto dopo ascolto, difficilmente non si apprezzerà un concept che trova la sua forza nell’insieme, non avendo molti picchi da offrire ma un valore d’insieme decisamente alto e sopra la media.

Massimo Ecchili

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Tracklist:
01. Prologue – The Awakening 2:46
02. Silhouettes 12:33
03. The Traveller 3:31
04. Presence Of Time 7:28
05. …elsewhere? 2:47
06. Inside The Heart Of Silence 9:05
07. Battle Of The Mind 4:51
08. Visual Minds – The Eternal Flame 4:14
09. NMe – Myself & I 4:30
10. Through The Eyes Of A Child 3:11
11. A Room With Thousand Doors 2:54
12. A Purpose Of Circumstance 10:02
13. Abandoned Echoes 6:29
14. Epilogue – The Imaginary End 1:08

Line-up:
H.B. Anderson: vocals
Mathias Holm: guitars
Conny Payne: bass
Jon Skäre: drums
Jonas Lidström: keyboards

Guest musicians:
Berger: saxophone
Melody Payne: voice
Nordanstigs Manskör – Male Choir Mikael Rosengren: keyboards

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