Recensione: Children of the Dark Waters

Di Alessandro Calvi - 14 Settembre 2009 - 0:00
Children of the Dark Waters
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
60

Sciolti, riformati, e con già un album alle spalle dopo la reunion intitolato “Before the Bleeding Sun”, gli Eternal Tears of Sorrow tornano a farsi sentire con questo nuovo “Children of the Dark Waters”. Le coordinate musicali del gruppo finlandese non cambiano granchè rispetto al precedente disco, anzi, la somiglianza è talmente forte, da far risultare quest’ultima loro opera quasi una copia sputata del precedente cd.

In quindici e passa anni di carriera, gli Eternal Tears of Sorrow hanno messo in luce una progressiva trasformazione (non evoluzione, è ben diverso) del loro sound passando dal death tecnico, al death melodico, fino a quest’ultimo gothic sinfonico con qualche reminiscenza death e black. Il risultato è stato quello di sfornare un album dopo l’altro, tutti teoricamente ben scritti, orecchiabili, ben suonati e con un valido songwriting, ma decisamente senza anima.
In ciascuna delle nove tracce di “Children of the Dark Waters” si sentono chiaramente i rimandi ai gruppi famosi a cui la band si è ispirata in fase di stesura del pezzo. Per esempio i Dark Tranquillity son stati sicuramente la base da cui partire per scrivere “Tears of Autumn Rain” (singolo che ha fatto da apripista per il disco), così come i Dimmu Borgir stanno dietro a “Summon the Wild” (l’apertura di tastiere sembra uscita da “Spiritual Black Dimensions”). Più in generale Amorphis, qualcosa dei Nightwish e dei Tristania, oltre ai già citati Dark Tranquillity e Dimmu Borgir si sentono lungo tutto l’arco del disco.
Esperimenti di copia-carbone che a volte riservano anche momenti quasi imbarazzanti, come per i cori da birreria di “Baptized by the Blood of Angels” che forse vorrebbero fare un po’ Bathory o un po’ singolo di Natale registrato dalla band ubriaca (come nella tradizione di gruppi come Ajattara e soci), ma stonano e basta.
I momenti semi-personali son rari e si ritrovano sparsi per tutta la tracklist, quasi come piccole libertà che ci si è presi, ma che dopo si è cercato di nascondere (spesso sotto orchestrazioni sinfoniche troppo invadenti). Tutto dimostra come saper arrangiare un pezzo orecchiabile e saper scrivere belle canzoni originali son due cose ben diverse. Un peccato, quindi, che gli Eternal Tears of Sorrow sembrino mostrare, fin dalla loro nascita con il precedente monicker di Andromeda, la capacità di sfornare le seconde, ma scelgano volutamente di fermarsi ai primi.

Pregevole la produzione, che conferma, se ci fosse bisogno di ulteriori prove, questo disco pressochè perfetto, ma solo dal punto di vista formale. Qualche imperfezione, forse, avrebbe potuto dare un po’ di anima e di personalità a questo cd, che invece risulta molto orecchiabile, molto ben scritto e suonato, ma decisamente anonimo.

In conclusione la nuova creatura degli Eternal Tears of Sorrow conferma tutti i pregi e i difetti delle precedenti uscite della band finlandesi. Una pulizia stilistica e una tecnica invidiabili, per un gruppo che potrebbe riservare grandi sorprese, ma che per l’ennesima volta si limita a seguire quanto già fatto da altri e si limita a comporre un disco fatto di rimandi e soluzioni già sentite. Il risultato è un disco che si fa ascoltare dall’inizio alla fine, molto piacevole, ma che non lascia nulla all’ascoltatore, se non, forse, la voglia di sentire gli originali.

Tracklist:
01 Angelheart, Ravenheart (Act II)
02 Baptized by the Blood of Angels
03 Tears of Autumn Rain
04 Summon the Wild
05 Sea of Whispers
06 Midnight Bird
07 Diary of Demonic Dreams
08 When the Darkest Night Falls
09 Nocturne Thule

Alex “Engash-Krul” Calvi

Discutine sul forum nel topic dedicato!

Ultimi album di Eternal Tears Of Sorrow