Recensione: Chocol-Hate

Di Alberto Fittarelli - 4 Settembre 2003 - 0:00
Chocol-Hate
Band: Gulu Locus
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
65

Più che discreta la prova dei toscani Gulu Locus, al debutto con questo Chocol-Hate per la Nocturnal Music: la band si nota subito per l’attitudine goliardica (notare l’immagine che fa da sfondo alla cover) e per il genere proposto, una sorta di death metal sabbathiano al massimo, qualcosa che può ricordare spesso gli Entombed di Morning Star.

La band stessa etichetta il proprio stile come “tachycardic noise terrorism”, definizione altisonante che nasconde in realtà un 80% di swedish death classico, una forte attitudine ‘stoner’, qualcosa anche di death americano e folli schegge rockabilly sparse qua e là. Confusi? Aspettate che vi dica dei testi della band: non esistono. Sì perchè i Gulu Locus, non trovando parole per esprimere i concetti a loro cari, si affidano completamente alla fonetica, bene espressa dal growl del cantante/bassista Muccio. Ma non storcete subito il naso, vi assicuro che il risultato non si discosta poi tanto da quanto proposto da qualsiasi gruppo death, dato che il singer riesce a variare bene i vocalizzi, dando quindi l’impressione che stia recitando un testo vero e proprio… e la cosa potrebbe anche far riflettere.

Particolarità quasi folkloristiche a parte, va detto che Chocol-Hate è il classico disco di debutto di una band con buone potenzialità ma non ancora del tutto pronta per il grande passo: questo per dire che scorrendo la tracklist abbiamo degli alti e bassi non da poco, con una opener (la stessa Chocol-Hate) davvero buona e potente e, subito dopo, un pezzo scialbo e scolastico come I belong to extinction, che alza molto i tempi di batteria senza però uscire dall’anonimato.
E buoni sono anche pezzi come T.N.T. (no, gli AC/DC non c’entrano nulla) o Control?, con dei riff di chitarra schizoidi, ma a lungo andare la band rischia di stancare quando diluisce le buone idee in canzoni un po’ troppo stiracchiate, come L.A.S.T. (Mary Quant), fin troppo doomeggiante e psichedelica: sembra di ascoltare un pezzo dei sabbath più allucinati, ma il risultato non lascia troppi segni, purtroppo.
Un’ultima nota per la produzione, un po’ sgonfia e fiacca, ma non per questo da buttare via: forse la batteria avrebbe dovuto essere enfatizzata un po’ di più in fase di mixaggio, dato che spesso risulta un po’ coperta dalle chitarre, ma non si tratta di nulla di fondamentale.

Tirando le somme posso fare i miei complimenti alla band per la ricerca di un’identità personale e soprattutto per l’approccio disimpegnato ed ironico che li caratterizza: sul piano del sound c’è però ancora da lavorare per rendere davvero interessante il materiale, così da ottenere risultati davvero degni di nota. Aspettiamo conferme nella prossima prova discografica.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Chocol-Hate
2. I Belong To Extinction
3. T.N.T.
4. Control?
5. L.A.S.T. (Mary Quant)
6. Lesson 1: Disturbing
7. Hurricane
8. Lesson 2: You Are Dead
9. Happy Noise Days

Ultimi album di Gulu Locus

Band: Gulu Locus
Genere:
Anno: 2003
65