Recensione: Chronicles of Lost Purity

Di Mauro Gelsomini - 3 Aprile 2007 - 0:00
Chronicles of Lost Purity
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Anno: 2007
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La storia degli I Suffer Inc. comincia nella primavera del 2004 dall’incontro di Alex e Napulesh, già attivi nella scena metal romana, e Val, cantante di formazione emocore. Dopo un primo album (“Bury Me in Silence”), coprodotto nel 2004 con al B/2D Films, e l’entrata nel gruppo di Luca e Mick, sul finire del 2006 registrano questo secondo full length, “Chronicles of Lost Purity”, per la greca Burning Star Records (Astra, Lunarsea, ecc…).

Il gruppo romano propone al pubblico un potente metalcore molto compatto, coerente, melodico e a tratti “progressivo” che ben è evienziato sin dalle prime note dell’opener “Blood for Blood”.
Dodici tracce di grande effetto che, tra pezzi molto ritmici come “Blood for Blood” e “French Concession”, e cavalcate piu aperte come le bellissime “Alexa the Witch” e “When the Heart means Murder Pt2: Drive with a Dead Girl”, conducono l’ascoltatore attraverso melodie di alta scuola svedese (primi Dark Tranquillity e In Flames), modernizzate da chitarre compresse di provenienza metal core.
Il platter scorre via senza cedimenti di sorta, e più si prosegue nell’ascolto, più si viene assorbiti dall’intensità delle composizioni.
Se dovessimo tracciare un percorso “sensoriale” della tracklist, potremmo scegliere “In Between” – la traccia di sole chitarre acustiche che richiama gli In Flames prima era – come spartiacque (e credo sia l’intento stesso della band) tra una prima parte più grezza, violenta, senza compromessi, la cui espressione massima è senza dubbio “Justify The Cross”, ed una seconda più raffinata, ricercata ed arrangiata con “The Scarlet Chariot” come portabandiera (un pout pourri di generi e stili davvero ben legati tra loro, una nouvelle cuisine del metalcore moderno).
Sembra essere questa seconda parte, quella, a mio avviso, riuscita meglio, la base da cui dovranno ripartire i ragazzi per le prossime composizioni, perchè più matura e più slegata da riferimenti ai soliti nomi noti (Killswitch Engage, As I Lay Dying, It Dies Today e Atreyu).
Ottimo il lavoro sulle voci da parte sia di Val nelle lead vocals che di Alex nei cori: i due si alternano tra possenti scream e trascinanti clean vocals.
Da notare anche l’esecuzione di gran gusto da parte del batterista Mick, che dà il meglio di se nei passaggi più melodici e pacati delle canzoni, cesellando le composizioni con fill e dinamiche. Alcune sue scelte stilistiche a tratti ricordano il buon Peppe Orlando d’annata (quello di Classica e Novembrine Waltz, per intenderci).

In definitiva un lavoro moderno e piacevole da ascoltare, affatto caratterizzato da continuità e melodia, di sicuro appetibile anche per un pubblico meno vicino all’emo e al mondo dell’hardcore in generale.
Purtroppo la produzione non è stratosferica, e anche se non inficia la resa finale del prodotto quanto ad intensità e pathos, è forse l’unico neo di un lavoro davvero ottimo, dal quale non possiamo che aspettarci un grande seguito.

Tracklist:

01 – Blood for Blood
02 – Fake but Romantic
03 – Justify the Cross
04 – Fallen Star
05 – French Concession
06 – Alice and the Scars
07 – In Between
08 – Vanity
09 – Alexa the Witch
10 – The Justice 8
11 – When the Heart means Murder Pt1: The Scarlet Chariot
12 – When the Heart means Murder Pt2: Drive with a Dead Girl

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