Recensione: Coagulating Darkness

Di Giuseppe Casafina - 4 Giugno 2017 - 0:27
Coagulating Darkness
Band: Hellripper
Etichetta:
Genere: Black 
Anno: 2017
Nazione:
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75

Hellripper vi vuole tutti all’inferno!

O al massimo vi saluta dallo stesso, ricordandovi che prima o poi dovrete morire e che, altrettanto inevitabilmente, verrebbe sottoposti al giudizio finale quindi…insomma, un passaggio per quella tappa mi sa che è obbligatorio eh!

La creatura di James McBain è giunta all’agognato debut e “Coagulating Darkness” si rivela esattamente quello che é: una efferata ed infame discesa verso gli abissi del metal estremo più primordiale, un viaggio che si compone in 8 episodi in cui, capitolo conclusivo escluso, non si supera mai i tre minuti e mezzo di durata. Il lavoro svolto dal buon James è decisamente gradevole, risultando addirittura una vera manna dal ciel…anzi, dagli abissi, per chiunque straveda per le suddette sonorità vecchia scuola: siamo infatti al cospetto di un robusto black/thrash & roll a metà tra primi Metallica (quelli di “Kill’em All”), NWOBHM (come è logico che sia, data l’origine del nostro, scozzese per la precisione) ed attitudine black metal. I testi ed i titoli dei pezzi, in apparenza scontati, si legano perfettamente alla voluta essenzialità ricercata in questo lavoro: la cattiveria sonora non è seconda a nessuno nonostante la relativa giovinezza del Nostro (poco più che ventenne) ed anzi in alcuni punti l’impressione di ‘scheggia impazzita’ è palese, grazie soprattutto all’eccellente screaming del buon James. La produzione è di eccellente fattura, nonostante una drummachine forse un po’ troppo spudorata ma che nel complesso non disturba affatto all’ascolto, con suoni di chitarra volutamente retrò e si stampo puramente eighties e riverberi vecchia scuola pienamente azzeccati ad abbellire il tutto.

Partendo dalla ferocissima ‘Bastard of Hades’, introdotta da un basso granitico e dove fa capolino un riff in puro stile primissimi Metallica ad abbellire un chorus urlato dannatamente coinvolgente, sin dal primo ascolto appaiono chiare l’elevate doti in songwriting del mastermind: nulla di trascendentale sia chiaro, non siamo certo ai livelli di una scrittura progressive (a nessuno lo pretende) ma il buon Mr.Hellripper dimostra di saper costruire trame coinvolgenti, ben pensate ed ottimamente eseguite come ad esempio gli improvvisi e ricercati chitarrismi in pieno stile ‘power metal degli albori’ presenti nel finale di ‘Anneliese’ (tra i pezzi migliori del disco, infarcito di pesantissimi richiami alla NWOBHM ed al primo power metal tedesco d’annata) oppure gli urli trascinanti presenti nei ritornelli di ‘Demdike (In League with the Devil)’ e ‘From Hell’ (pezzo davvero grintoso). Un disco velocissimo, gradevolissimo e che pesta anche più del dovuto dove, nonostante una certa similitudine tra i brani, vi è sempre presente questo o quel particolare in grado di distinguere ogni singolo pezzo dal marasma: e state certi che una volta conclusa la finale, devastante title-track, la voglia di far ripartire l’intero platter sarà molta, in quanto la breve durata dello stesso facilità di molto la godibilità dell’ascolto.

Un disco che, insomma, non ha la pretesa di voler inventare nulla ma che si fa comunque apprezzare non poco per essere vissuto e ‘studiato’ sin nei minimi particolari: ed ecco che, in sordina, per questa ragione “Coagulating Darkness” si rivela come una delle migliori uscite dell’anno in ambito metal estremo old-school.

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