Recensione: Cognitive Note of Discord

Di Alessandro Calvi - 30 Maggio 2005 - 0:00
Cognitive Note of Discord
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Anno: 2005
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60

Album di esordio per i Lords of Decadence, band austriaca autrice, prima di questo “Cognitive Note of Discord”, di un demo intitolato “Hellraider”. Sinceramente devo ammettere che il promo giunto in redazione mi aveva fatto pensare davvero molto male prima ancora di ascoltare il disco. Se quella che vedete qui a fianco è la copertina ufficiale dell’album, per i promo la casa discografica ha invece optato per la faccina di un clown imbrattata di sangue e con i denti scheggiati, il tutto contornato da un logo della band più adatto a un gruppo techno che a un gruppo metal.

Non dico che l’impressione avuta in prima battuta fosse del tutto inesatta, ma ci va molto vicino, la proposta musicale dei Lords of Decadence infatti si instrada verso un thrash-death melodico che si ispira molto agli ultimi In Flames e Soilwork, e in maniera seppur minore anche agli ultimi Children of Bodom per l’uso delle tastiere in alcuni frangenti.
Ci troviamo quindi di fronte a passaggi di chiaro sapore death e thrash, ma anche al saltuario uso della voce filtrata e di vari tipi di cantato che passano dallo scream al growl, come pure all’uso di cori di tipologia forse un po’ atipica per un normale album metal. Un po’ poco apprezzati, da parte mia almeno, sono stati alcuni passaggi di sapore quasi rap, l’uso dell’elettronica invece è del tutto in sintonia con la proposta musicale del combo austriaco e sinceramente non disprezzabile neanche da chi l’elettronica non riesce proprio a digerirla, come me.
Da quanto detto finora si potrebbe quindi pensare che la proposta musicale dei Lords of Decadence non sia per nulla originale ma si limiti a uno sterile “copia & incolla” di gruppi già affermati, in effetti le cose stanno abbastanza in questo modo. L’aria di “già sentito” è tale che quasi per ogni canzone dell’album si potrebbe quasi pensare che sia stata presa di peso da questo o quell’album.
Le composizioni però bisogna ammettere che risultano sempre piuttosto orecchiabili e l’aggiunta di qualche passaggio dal sapore di gusto quasi prog risulta decisamente azzeccata.
Il song-writing risulta essere poi decisamente maturo, soprattutto se si considera che questo è il disco d’esordio per questi ragazzi austriaci. Certo, una maggiore originalità non avrebbe guastato, ma si tratta di un prodotto sicuramente da non disprezzare anche in virtù della buona produzione di cui si avvale.

Per concludere una buona prima uscita, molto ispirata in particolare dalle ultime scelte musicali di gruppi quali In Flames e Soilwork e per questo sicuramente non troppo originale. La maturità compositiva del gruppo però fa decisamente ben sperare per il futuro e in prossime uscite in cui i Lord of Decadence decideranno in favore di una strada e di una proposta più personale.

Tracklist:
01 Relationship: Erased
02 Ronin Revolution
03 Double-Edge Razortongue
04 Cognitive Note of Discord
05 Go to Blazes!
06 The DreamCatcher
07 1st Division Triplehorns
08 Apocalypse
09 Under the Banner of the Unholy Spirit
10 When Rain is Pain

Alex “Engash-Krul” Calvi

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