Recensione: Collapse

Di Andrea Poletti - 21 Settembre 2016 - 0:00
Collapse
Band: Perception
Etichetta:
Genere: Metalcore 
Anno: 2016
Nazione:
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62

Giovani, rampanti e pieni fino al midollo di metalcore, che si vuole di più dalla vita? No, un lucano no ragazzi per favore, rimaniamo seri. Per fortuna che c’è pic… smettila scemo! Torniamo seri, i Perception dicevamo, giovan band dal Regio Unito con alle spalle un Ep e tanta voglia di spaccare i palchi; formatisi nel 2011 i nostri baldi giovani riescono oggi ad offrire un nuovo parto musicale che li vede sempre divincolarsi nel vasto mondo del metalcore riusciendo ad ogni modo a congegnare sei brani che non annoiano, divertendo abbastanza diventando quasi degli spritz del venerdì sera in salsa musicale. Certamente non è un Ep che andrà a sconvolgere la rotazione del globo terracqueo ma riesce gradevolmente a farti passare un ventina di minutipiacevolmente con alcuni piacevoli soluzioni che non guastano mai.

Collapse” è costituito da sei brani di media durata che portano in totale poco più di venti minuti di metalcore suonato con la voglia di spaccare il mondo. Molte sono le soluzioni già riscontrate di diversi album del passato da questa o quella band, stare a focalizzarsi troppo sui singoli brani si rischia di perdere l’idea generale del disco, che vuole vedere il tutto come un grande meltin’pot ribollente e pieno di cambi tempo con atmosfere in un costante gioco di contrasti le une con le altre. Ciò che accade dunque lungo la tracklist è oramai cosa arcinota, potrei quasi non descrivere nulla che tanto riuscireste a leggermi nel pensiero. Break-down, screaming misto growl con ovvi intermezzi in clean vocals assecondati da passaggi in down tempo à-la Djent style contemporaneo. Vi siete già fatti una chiara idea di ciò che si prefigura di fronte a voi? Non serve molt immaginazione suvvia. Bene, però diamogli un premio a questi giovani ragazzi, vediamo delle potenzialità in loro e sappiamo che magari, pur non riscrivendo la storia, riescono a fornire qualche momento molto interessante. Certamente la produzione è a favore di suoni profondi, decisi e super pompati sino al midollo; un crogiolo di modernità in così poco spazio era tempo che non lo si riscontrava. Senza ombra di dubbio questa musica potrà andare bene ai teenager e portare qualche nuovo fans in seno alla band, che farà breccia senza difficoltà nel cuore dei più giovani. Noi vogliamo dargli fiducia, vogliamo vedere un potenziale in loro e li promuoviamo con uno sguardo al futuro. Se le potenzialità dei nostri venissero portate al fine di una musicalità più caratterizzata e intima, delle sorprese potrebbero nascondersi dietro l’angolo, in caso contrario sarà l’ennesimo album dell’ennesima band che…

I Perception quindi, pur suonando e non suonando metalcore-djent-modern metal o chiamatelo come più vi pare e piace, riescono nel non sfondare ma nemmeno nel non annoiare, facendosi ascoltare tranquillamente senza eccedere nell’estremizzazione di ogni passaggio, che sarebbe controproducente. Forza ragazzi, un’altro po’ di grinta ed il gioco è fatto!

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