Recensione: Conquistador

Di Eugenio Giordano - 9 Ottobre 2004 - 0:00
Conquistador
Band: Olympos Mons
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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60

Arrivano dalla Terra dei Mille Laghi questi esordienti Olympos Mons e propongono un efficace power metal di chiara estrazione epica. Il loro primo “Conquistador” non è certamente un lavoro molto innovativo ma presenta anche delle caratteristiche positive che potranno essere apprezzate da chi ama queste sonorità. Siamo di fronte all’ennesima band finnica che suona power metal, è giusto dirvelo subito.

Un lavoro come “Conquistador” potrebbe essere distrutto in quattro righe da un qualsiasi recensore che non abbia voglia di supportare ulteriormente una scena ormai satura che non offre più lavori di qualità ma solo un numero incalcolabile di dischi uguali e ripetitivi. Io sono sempre stato dell’idea che il disco vada recensito per quello che è, non per quello che gli somiglia o che è stato fatto prima. Nessun gruppo può vivere di reddito, l’ho sostenuto con i Pain of Salvation, e nessun gruppo può essere sottovalutato solo perchè esistono molte altre band che suonano nello stesso modo. Gli Olympos Mons sono giunti in tempi relativamente brevi alla realizzazione di questo primo full-length, la produzione del disco mostra una professionalità indiscutibile. Mika Jussila ha collaborato con la band nella fase finale della produzione e la sua firma pesa indiscutibilmente sulla direzione sonora del disco che si accosta al trend imperante nei paesi nordici in questo periodo, parlo di power metal naturalmente. Mi sono sembrate ottime le chitarre ritmiche, la band ha cercato di esplorare al massimo le potenzialità di questo strumento riuscendo a mostrarsi compatta e convincente. La linea compositiva del gruppo non è molto elaborata, gli Olympos Mons giustamente hanno l’esigenza di colpire i loro ascoltatori fin dal primo ascolto in modo da convincerli in pieno, composizioni troppo elaborate distoglierebbero i meno attenti dal potenziale del gruppo. Peccato per il cantante, Ian Highhill, il quale non possiede esattamente una voce spettacolare, in più parti il suo cantato finisce per risultare un poco sterile ma non compromette il valore del disco. Questi ragazzi hanno senza dubbio una grande preparazione tecnica alle spalle, come spesso accade nel loro paese, questo non implica una altrettanto profonda personalità artistica. Se siete alla ricerca di un disco innovativo credo che questo platter non faccia al caso vostro, si tratta di un prodotto apprezzabile solo da chi ama il power metal in maniera oltranzista.

L’opener “Seven seas” si muove su tempi medi evitando facili tentazioni melodiche, le carenze vocali vengono mascherate a dovere dall’impianto ritmico delle chitarre e da efficaci parti strumentali poste a rafforzare il pezzo. Lanciata e trascinante “Stars” possiede il giusto appeal live per conquistare il pubblico durante i concerti della band, si tratta di un buon pezzo power e nulla più. Quando gli Olympos Mons tentano soluzioni ambiziose risultano pure convincenti ne sono esempi calzanti brani come “Through the ice and snow” che ricorda i primi Sonata Arctica, oppure “The last light of the moon” accostabile al primo lavoro dei Thunderstone. Molto convincente pure “Black” che viene giocata su ottime strutture ritmiche dai toni cadenzati, il pezzo comunque esplode in un refrain melodico di chiara matrice power tedesca. Mi è piaciuta la strana direzione sonora di “Cleopatra” che abbraccia melodie orientali molto eleganti. Con “Princess of Saba” i nostri puntano su soluzioni dal tiro epico e di grande caratura tecnica, nulla di straordinario ma senza dubbio una bella prova compositiva. La suite finale, title track del disco, presenta differenti atmosfere ben amalgamate senza mai apparire ripetitiva o eccessivamente prolissa, la conferma della bontà della band in questione.

Il primo disco degli Olympos Mons non passerà alla storia come un lavoro fondamentale del metal europeo ma merita l’interesse degli amanti del power metal. La Lmp Music è sempre alla ricerca di nuove band da trasformare in sensation mondiali, però ci vorrà ancora del tempo prima di bissare il successo dei Rhapsody e Limb Schnoor continua le sue ricerche.
 
1. Seven Seas  
2. Stars  
3. Black 
4. Through the Ice and Snow
5. Wanted man
6. The last light of the moon
7. Black desiree
8. Cleopatra
9. The princess of saba
10. Lady in white
11. Conquistator

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