Recensione: Corrupt Fucking System

Di Giuseppe Casafina - 3 Aprile 2016 - 12:09
Corrupt Fucking System
Band: Doom (UK)
Etichetta:
Genere: Grindcore 
Anno: 2013
Nazione:
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80

Le vere fondamenta della musica dura.

 

Per chi scrive, quando parliamo di DOOM stiamo parlando di una di quelle realtà seminali che, in sordina (ma non troppo, anche se non sono di certo popolarissimi al pari di act hardcore/grindcore ben più blasonati), hanno dato al mondo dell’estremo molto di più di quello che son riusciti ad ottenere in termini di popolarità: il loro nome è rimasto ancorato all’interno di un circuito ben conosciuto, vale a dire quelli dei vari ‘aficionado’ delle sonorità più sporche e genuine, in questo caso il Crustcore.

Per chi non ne fosse a conoscenza, il crust è un sottogenere dell’hardcore/punk che, esattamente come il suo ‘fratellino’ più famoso vale a dire il grindcore, ha al suo interno moltissime derive estreme ma, mentre nel caso del grindcore vige la schizofrenia più frenata tra tempi di batteria al limite dell’umano e voci sovraumane, nel crustcore vi è un certo ‘integralismo’ o meglio dire un certo attaccamento alle origini dell’hardcore: il che si traduce in tempi di batteria di chiaro stampo punk (o D-Beat) e ritmiche generali meno serrate, ma non per questo meno pesanti ed opprimenti, senza dimenticare i campionamenti che costruiscono quasi una ‘seconda pelle’ nel tessuto vocale dei pezzi.

I DOOM poi, altri non sono che coloro che hanno buttato le fondamenta di questo (sotto)genere così estremo: timbro di basso riconducibile ad un rigurgito metallico cacofonico e distorto, riff dalle distorsioni spesse come muri marchiati di quella chiara impronta che poi negli anni a venire (parlando degli albori del genere) sarà invero tipica del thrash/death metal più estremo, specie quello svedese, anche se l’influenza dei DOOM/del crust sarà indelebile (e chiaramente riconoscibile) in moltissimi act di musica estrema proveniente da tutto il Mondo.

 

Dopo tali parole, è confortante sapere, o meglio rendersi conto acusticamente parlando che “Corrupt Fucking System”, tutt’oggi ultimo studio album della formazione britannica (a parte il breve EP “Consumed to Death” del 2015) suona esattamente come un qualsiasi disco del genere registrato a fine anni ’80: il suono è chiaro ma non eccessivamente levigato, insomma “crudo” quanto basta per dar spaziom come si deve alle sfuriate in D-Beat (vale a dire il classico….ehm, “tupa-tupa” – descrizione non molto professionale – Nda) che come spettri in cerca di vendetta aleggiano sulla quasi totalità delle ritmiche percussive che compongono il disco.

Al suo interno troveremo un miscuglio bastardo di sonorità punk vagamente metallizzate, suonato perlopiù da quattro cani rognosi di razza: si va di riff che puzzano di swedish death dell’opener “Stripped, Whipped And Crucified” (poi ripresi nella successiva “Prey For Our Souls” dove l’unica differenza è un parlato ossessivo contro le religioni organizzate), al beat martellante di “Better Off Dead” capace di ricordare in unico colpo sia il death più grezzo di stampo svedese che certe sonorità degli ultimi Darkthrone (quelli di “The Cult Is Alive” e “F.O.A.D.”) e che fa capire realmente quanto questo suono abbia dato alla musica estrema.

C’è tempo anche per vere e proprie mazzate sulla schiena, fatte apposta per gente a cui con la musica piace massacrarsi, come l’hardcore annerito ed infarcito di liriche al vetriolo con tanto di riff centrale in stile “The Exorcist” dei Possessed di “Suffering in Silence” oppure le brevi ma intense cavalcate sporche ed ‘infami’ di “Thatchercide” (….vecchio scheletro nell’armadio di ogni buon ribelle inglese, vale a dire la Thatcher) e “Human Meat” (meno di un minuto, ma che mazzate….), mentre il riff puramente punk di “Yes They Still Test On Dogs” è pura protesta sociale animalista, ma di quelle che sonoramente parlando fanno solo male (e che ti fanno capire che forse gli Asphyx per creare il loro sound qualcosa da questi britannici l’hanno presa): i DOOM non si fanno mai pregare nel mandare letteralmente a fan***o qualsiasi ingiustizia radicata in questo Mondo e te la servono su un piatto di argenteria rigorosamente sporca ed opacizzata.

“Corrupt Fucking System” è, anche se non il migliore della loro storia, un disco onesto che di sicuro rientra tra i platter più riusciti del crustcore degli ultimi anni ed è fortemente consigliato a chiunque sia intenzionato a capire le vere radici della musica più estrema.

Poco più di mezz’ora, tra cui due brani infarciti unicamente di spoken vocals ossessive (la già citata “Prey For Our Souls”, la title-track), come da buona tradizione dei più inossidabili punk combattenti, per un disco totalmente furioso e nichilista, capace di costringerti a smuovere ogni parte del corpo al ritmo della protesta sonora più cruda e violenta che ci sia: non un album da sentire sempre ed ovunque, ma che nei momenti giusti rappresenta un’ideale scarica di adrenalina pura.

Il loro ritorno sulle scene insomma, è chiaramente percepibile come qualcosa di sentito già da un primo ascolto (la band si è riformata nel 2010 dopo un primo scioglimento nel 2005 causa decesso del vocalist originario) ed almeno in chiusura vale la pena dire, forse, che la sigla DOOM (chiariamolo una volta per tutte) non è solo sinonimo di videogame….ma è anche tutt’altro, chiaro?

(Pessimo finale forse, ma ho sempre voluto scrivere questa frase, perdonatemi!)

 

….l’Anarchia più pura non ha mai avuto un suono più violento di questo.

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