Recensione: Coup d’Etat [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 9 Febbraio 2006 - 0:00
Coup d’Etat [Reissue]
Band: Plasmatics
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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78

Ristampa del terzo lavoro dei Plasmatics da parte della Rock Candy di Derek Oliver e Dante Bonutto, indimenticato giornalista di Kerrang! quando ancora la rivista trattava HM e non tutte le baggianate e le presunte new sensation che per prime passano per strada. Coup d’Etat risale al 1982 e mostra per la prima volta nella loro carriera i Nostri alle prese con un album al 100% heavy metal, rifuggendo dagli abbagli punk e new wave degli esordi. Il disco è appena successivo alla collaborazione fra la leader incontrastata della band Wendy Orlean Williams e Mr. Motorhead Ian Fraser Kilmister detto Lemmy. La registrazione del pezzo Stand by your Man da parte dei due perversi personaggi sopraccitati causa l’abbandono di Fast Eddie Clark dai Motorhead e Lemmy, dal dispiacere… si abbandona fra le braccia della bionda e risoluta Plasmatics, che pare già allora avesse recitato alcune parti in film porno di serie Z. Il flirt fra loro portò anche alla registrazione di un classico fra i classici dei Motorhead, la sempreverde No Class, che compare appunto in questo Coup d’Etat.

Coup d’Etat
Si parte con Put your Love in Me (che l’avesse dedicata al vecchio Lem in un attimo di follia romantica?), che ha la grazia di un carro armato in una cristalleria a partire dal riff  tremendamente heavy fino ad arrivare alla voce alla carta vetrata della bionda singer che fa impallidire più di un maschietto… Stop, al contrario del titolo, permette all’axe man Richie Stotts di darci dentro alla grande con la solista tenendo il passo di una Wendy sinuosa come un serpente mentre Rock n Roll, dispiace dirlo, è poco più che un filler.         

Lighting Breaks è Black Sabbath sia per i giri di basso che per i toni generali cupi e si arriva finalmente a No Class che non delude le attese: dura, sporca e violenta, proprio come la Williams la voleva e probabilmente come tutti noi la vogliamo affettuosamente ricordare. Mistress of Taboo è il pezzo più punk del disco, la seguente Country Fairs dimostra che Wendy è femmina e finalmente si propone con dei toni aggraziati (solo a piccole dosi, s’intende!) con ritmiche a cavallo fra i Judas Priest di Beyond the Realms of Death e i Black Sabbath di Planet Caravan. Il trittico Path of Glory, Just like on Tv e The Damned con l’aggiunta di synth farà scuola per le generazioni di band thrash di lì a venire… Megadeth su tutti, per via del rifferama particolarmente affilato e degli stop and go. L’edizione della Rock Candy, rispetto all’originale, contiene quattro bonus track: la progressive Uniformed Guards (veramente interessante), le versioni demo di Put your Love in Me e Stop per finire con Coup d’Etat Radio AD, in pratica lo spot pubblicitario del disco da diffondere via radio. Il disco si avvale della produzione di Dieter Dierks, già al lavoro con gli Scorpions e nell’economia dell’album si sente eccome.

Curiosità
In quel periodo i Nostri vennero inquadrati come un gruppo non lontano dai Twisted Sister di Dee Snider e i Wrathchild inglesi, più che altro per l’immagine oltraggiosa on stage, visto che musicalmente la band di Wendy O. risultava molto più solida dei due act precedenti.            
Quando Coup d’Etat uscì in America il Los Angeles Times lo definì, forse volutamente esagerando, il miglior prodotto heavy metal dopo l’ultimo album degli Ac/Dc.

R.I.P.
Wendy O.Williams ha lasciato questo mondo il 6 aprile 1998 a Storrs, nel Connecticut, all’età di 48 anni: ogni volta che i Motorhead suonano No Class dal vivo Lemmy le dedica giustamente il brano. Di lei sono rimaste le pose provocatorie, gli arresti e i problemi con la polizia, i reggiseno composti da soli due spuntoni, la leggenda che Edward Van Halen nel 1996 la volesse dietro al microfono dei Van Halen e, perché no, questo Coup d’Etat, sicuramente una delle migliori cose mai interpretate dalla bionda singer…   

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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