Recensione: Crack The Skye

Di Alberto Fittarelli - 21 Marzo 2009 - 0:00
Crack The Skye
Band: Mastodon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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90

Con due album come Leviathan e Blood Mountain nel carnet, senza contare il già buono Remission, era scontato che la nuova uscita dei Mastodon, lungamente anticipata con dichiarazioni abbastanza fumose, generasse un’aspettativa enorme nel mondo metal. I loro numeri sono ormai decisamente notevoli, essendo diventati un gruppo per le “masse” (e intendete questa definizione in modo positivo, prego!) e campeggiando in film, manifesti pubblicitari e quant’altro; il battage promozionale generato dalla Warner Bros., ovviamente, ha fatto il resto.
E ora che il disco è fuori, le aspettative sono state soddisfatte? A mio parere, assolutamente sì.

Iniziamo col mettere a fuoco una caratteristica fondamentale per poter giudicare un gruppo come il loro: l’immobilismo è considerato il peggiore dei peccati capitali, nel songwriting dei Mastodon. Leviathan e Blood Mountain mostravano un’evoluzione, una progressione netta, con il gruppo che non stravolgeva il proprio sound ma lo irrobustiva, lo rendeva più complesso, nel secondo degli album citati, rispetto al più violento e diretto Leviathan. Con Crack The Skye, invece, la svolta è netta, pur essendo un disco inconfondibilmente Mastodon.

Composto prevalentemente su una chitarra acustica da Brent Hinds, sfrutta ancora di più la sua voce – nei dischi precedenti forse l’unico vero punto debole – rendendola più “rotonda”, più rock, meno nasalmente aggressiva; e anche quella di Troy Sanders si fa pulita, melodica, andando a intrecciarsi a quella del chitarrista in modo naturale e creando duetti da pelle d’oca: su Divinations, sulla splendida Quintessence, sulla lunghissima ed epica The Last Baron. E la potenza? C’è sempre, ma è questa volta delegata alle strutture ritmiche, ancor più che alla distorsione di chitarra (mai come oggi così poco “metal” e così tanto blues/rock: sentite certe aperture rockettone di The Last Baron o della psichedelica The Czar per accorgervene a pieno).
L’epicità sembra poi essere il feeling su cui i Mastodon hanno lavorato maggiormente nel corso di questi ultimi anni: anche solo la title-track, il suo andamento sognante e il suo chorus evocativo rendono alla perfezione l’idea di quanto si possa “viaggiare” con Crack The Skye; tutti i pezzi hanno degli squarci improvvisi, delle aperture melodiche destinate a lasciare immediatamente il segno sull’ascoltatore, afferrarlo e tenerlo con forza, per poi avvolgerlo lentamente, ad ogni ascolto, nelle spire del songwriting.

Certo, da questo momento il mondo “true” (che non dovrebbe aver ragione di esistere con i Mastodon, essendo un ossimoro il semplice fatto di accostare i due concetti) respingerà sdegnato l’evoluzione sonora di quello che è ormai un gruppo di rock duro, metallizzato, senza la minima ombra di un’etichetta appiccicabile. Ma se i gruppi “di massa” del metal ormai sono quelli da dance floor, è bene farsi entrare in testa il concetto: i Mastodon non hanno svenduto nulla. Hanno convogliato la creatività in modo diverso, e perdio, come lo hanno fatto!
Uno dei modi ideali – insieme al possedere il CD fisico e goderne il solito splendido artwork – per fruire della musica di Crack The Skye è quella di far partire sul vostro computer l’animazione Flash da loro realizzata come anteprima per l’album: richiami all’epoca zarista, ripetutamente citata nei testi del disco, e al controverso monaco/profeta Rasputin; psichedelia, epicità, riferimenti artistici di vario tipo, il tutto nello spazio di pochi frame.

Crack The Skye è il completamente di una trilogia fantastica, il suo apice, il suo momento più maturo e completo: dove qualche passaggio di Leviathan e Blood Mountain suonava un pelo a vuoto, qui si fatica a trovare il punto debole. Sette canzoni che contengono idee per quattro album di un gruppo nella media: questo dovrebbe essere la musica “pesante”, oggi, al di là di etichette, generi, sottogeneri e barriere mentali.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

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Tracklist:

1. Oblivion 05:46 
2. Divinations 03:40 
3. Quintessence 05:27 
4. The Czar 10:54 
5. Ghost of Karelia 05:25 
6. Crack the Skye 05:54 
7. The Last Baron 13:00

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