Recensione: Crashed On Planet Hard

Di Fabio Vellata - 13 Agosto 2008 - 0:00
Crashed On Planet Hard
Band: Planethard
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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67

Arrivano meritatamente all’esordio discografico i milanesi Planethard, realtà sorta nel 2004 come tribute band ispirata alla scena hard anni ottanta e poi tramutatasi, nel corso di pochi mesi, in un progetto fornito di brani propri ed identità definita.

Non sorprendono le muse ispiratrici del quartetto meneghino: Skid Row, Motley Crue, Guns e Steelheart sono nomi che appaiono evidenti sin dalle prime battute della iniziale “You Know Who You Are”, classico esempio di hard ottantiano, infarcito di ritmiche street metal bollenti e cori di facile presa che, grazie all’egregio lavoro svolto dall’ottimo Alessandro Del Vecchio in sede di produzione (ormai un punto di riferimento per il genere sul suolo nazionale) ed alle graffianti corde vocali del singer Marco Sivo (già visto con Valias e Time Machine) non lasciano nulla di intentato per cercare di rendersi accattivanti e gradite.

Il disco vive essenzialmente sul binomio stilistico codificato dalla scuola cui si riferisce in modo spassionato.
Impennate elettriche votate all’esuberanza ed alla spensieratezza, vicine al più tipico hard / class, di pezzi come “Unchain My Heart”, “If I Want To Forget”, “You Got That Fire”, “Kill Me” ed “Everything”, smorzate però dalla vena romantica di episodi zuccherosi e ricchi di sentimento quali “She” e “Fairy Tale” (queste ultime, senza dubbio, le tracce migliori dell’album), senza tralasciare qualche spunto blues, come ben rilevabile nella cadenzata “I’ll Be There”.

Una buona varietà dunque, in un songwriting piuttosto ben assortito e ricco che tuttavia manca ancora dello spunto vincente e definitivo, in grado di rendere memorabile e davvero completo un disco dotato di molta sostanza ma, purtroppo, privo della scintilla necessaria a divenire un ascolto realmente superiore alla media.
Ad una notevole padronanza del pentagramma ed a doti tecniche certamente ineccepibili, non fanno, infatti, il giusto eco, ritornelli davvero capaci di far ricordare a lungo le canzoni, relegando “Crashed On Planet Hard” in un ruolo di secondo piano.
Le idee ci sono e sono ben chiare, ma le hookline capaci di stamparsi in testa e non abbandonare per lungo tempo l’ascoltatore scarseggiano, favorendo così la sensazione di trovarsi al cospetto di un platter ben organizzato ma non del tutto vincente, che assolutamente non spiace ma, tuttavia, non si pone come irrinunciabile.

I Planethard hanno buone qualità e senza dubbio, tanta voglia di emergere e “Crashed On Planet Hard” è, ad ogni modo, un disco gradevole. Attualmente tuttavia, manca ancora qualcosa per compiere il salto in avanti risolutivo.
In due parole: buonissime basi, ma profilo un po’ acerbo nonostante un’esperienza già comunque di discreto livello.

Nulla di male, il tempo per crescere non manca, gli auspici sono ottimi ed il supporto al gruppo tricolore non tarderà ad arrivare meritatissimo.

Tracklist:

01. You Know Who You Are
02. Unchain My Heart
03. If I Want To Forget (Her Love)
04. I’ll Be There
05. You Got That Fire
06. Without Words
07. She
08. Everything
09. Kill Me (But First Kiss Me)
10. Fairy Tale

Line Up:

Marco Sivo – Voce
Marco “Dandy” D’Andrea – Chitarra
Alex Furia – Basso
Steve Arrigoni – Batteria
Alessandro Del Vecchio – Tastiere

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