Recensione: Craving to Eternal Slumber

Di Giuseppe Casafina - 30 Gennaio 2016 - 12:25
Craving to Eternal Slumber
Band: Coffins
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2015
Nazione:
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70

Credo che a qualunque amante del death metal debba piacere il suono putrido e l’odore rancido di catacomba sprigionato da una chitarra dall’accordatura ampiamente ribassata rispetto agli standard, per di più condita con un’abbondante dose di saturazione del segnale (dicasi distorsione per i meno avvezzi ai tecnicismi) e riff rallentati e minimalistici all’inverosimile:  primi tra tutti i Nihilist, svedese incarnazione precedente agli Entombed,  che coniarono  la cosiddetta ‘chitarra a motosega’ resa poi celebre nel Capolavoro “Left Hand Path” (appunto degli Entombed)….

….dopo di loro poi, molti gruppi di Metallo della Morte, sia svedesi (un nome su tutti, Grave) che americani (Obituary) o più ‘semplicemente’ europei (Asphyx) presero tale fattore come caratteristica primaria su cui coniare il loro sound sporco e malato: unite il tutto a delle pesanti influenze Doom (non il videogioco, sia chiaro, siamo su TrueMetal) e Hardcore (e no, non mi riferisco né a quello da strafattoni né tantomeno a quello delle signorine denudate….) ed otterrete le basi assolute di un certo tipo di Death Metal, quello più improntato all’assalto sonoro, al nichilismo crudo e senza fronzoli tipico appunto dell’Hardcore Punk che, con quella sua leggendaria attitudine a compromesso zero, pose le basi per queste sonorità ad un livelloben più elevato rispetto a quanto voi possiate immaginare….trovatemi un musicista all’interno della scena estrema che non sia in grado di amare i Discharge, ad esempio!

Oppure, continuando su questa linea, trovatemi un deathmetaller che non sia in grado di amare i Coffins.

Già, perché questi giapponesi di certo non saranno i Discharge e nemmeno vogliono esserlo, ma sono il classico esempio di gruppo/sonorità che, se sei amante di un certo tipo di proposta musicale, devi per forza apprezzare, ‘senza se e senza ma’ come si usa dire.

Per chiunque non sia tuttora a conoscenza di questi simpaticoni dagli occhi a mandorla, questo Mini Album rappresenta un ottimo biglietto da vista, dato che ci consegna nuovamente quelle sonorità figlie di Hellhammer/Celtic Frost miste a sferzate Hardcore vecchia scuola tipiche dei Coffins, suonate esattamente alla maniera di quella ‘bella roba’ già praticata da formazioni ‘europeissime’ quali Asphyx appunto, oppure i primi Celtic Frost.

Ma occhio a pensare che ‘le Bare’ nipponiche siano semplici mestieranti dell’Est del Mondo, perché hanno dalla loro un suono di chitarra esasperato all’eccesso, un minimalismo percussivo tipico degli Obituary di un tempo e dell’Hardcore più violentemente essenziale, un growl ribassato come pochi altri e, soprattutto, dei rallentamenti ben più ossessivi della media, di pura scuola Doom/Sludge.

Il suono che ne esce fuori è catacombale, dissonante ma allo stesso tempo a bassissima frequenza, per via delle ribassatissime accordature dei singoli strumenti:  il brano che apre le danze, “HatredStorm”, mette subito le carte in tavola con un suono che non lascia compromessi, dove le casse del vostro impianto vibreranno vistosamente a causa del rimbombante accumulo di basse frequenze che abbonda pesantemente nel timbro complessivo dell’Ensemble.

I brani sono classica scuola Doom/Death dove, pur non inventando nulla e non sfoggiando chissà quale tecnica (i fan dei tecnicismi forse farebbero meglio ad avvicinarsi ad altri tipologie di Death Metal ben più tecnici ed armonicamente complessi), il risultato è sempre estremamente godibile ed in tempo reale malsano: nel  breve lotto del Mini Album (comunque dalla discreta durata, tanto che per certi aspetti potrebbe essere considerato un full-length vero e proprio, in fondo un certo “Reign In Blood” durava solo 28 minuti ed ha fatto la Storia….e che storia!) spicca immediatamente la title-track, un brano che già dai primi accenni vira pesantemente verso un sound debitore assoluto dei Black Sabbath più neri ed avvolgenti, i riff si fanno più cupi della loro media (che di certo non é già solare di suo….) grazie a muscolosi inserti di Doom d’annata e si accelera leggermente solo verso il finale.

A proposito di velocità, essendo al cospetto di un disco che fa del sound più elementare (non in senso negativo, ovviamente) il proprio punto di forza, sappiate che qui dentro non troverete blastbeats o tempi veloci in genere, bensì riff assassini ma minimali che fanno della loro robustezza timbrica la loro ragion d’essere: mi sembrava scontato citarlo ma per correttezza lo faccio….

I Coffins, fino all’ultima traccia di questo lavoro, dalla produzione pesantissima e perfettamente in linea con il loro sound (non un singolo elemento fuori posto, i volumi perfettamente calibrati rendono godibile l’ascolto da qualsiasi tipo di supporto sonoro nonostante un sound così tenebroso a livello di frequenze), dimostrano una coerenza sonora che, sebbene ricca di citazioni di Maestri ben più ‘anziani’ di loro, sa farsi notare per alcuni tratti distintivi quali l’esasperazione minimalistica dei singoli riff di chitarra, i vocalizzi ai limiti del comprensibile ed un certo gusto che aleggia atmosfericamente su ogni solo singolo passaggio, un gusto appunto tipico di una macelleria aperta a notte fonda proprio nel bel mezzo del cimitero comunale ….gran bella passeggiata vero?

O forse dalla copertina vi aspettavate un raffinatissimo concept-album sull’ennesima profezia Maya di una nuova, falsamente annunciata, fine del Mondo?

No, se avete pensato così siete fuori strada ed un titolo come “Stairway to Torment” (Forse un’ overdose di Led Zeppelin in salsa death catacombale? Probabile, ascoltando il brano!) non è altro che l’ennesima conferma della vostra incomprensione….semmai, più che Maya, questo Mini Platter suona come una nipponica maledizione in stile Voodoo in grado di far risvegliare i morti…

( E ci credo, dato che con quell’ammontare di basse frequenze poi non venite a lamentarvi se dopo qualche giorno di ascolto forsennato verrà a bussarvi alla porta il cadavere della defunta suocera del vicino per chiedervi di abbassare il volume dato che in cimitero, da quando vi siete dati a questo cappero di disco Jappo, non si dorme più bene come dieci anni prima…. NdA )

Quindi buon pasto, che qui la macelleria Coffins serve solo cadaveri putrefatti tenuti in vita grazie a chissà quale arcaica maledizione giapponese, astenersi vegetariani amanti delle nature (o verdure) morte!

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