Recensione: Crawling Out Of The Crypt

Di Marco Donè - 7 Novembre 2014 - 21:30
Crawling Out Of The Crypt
Band: Epitaph
Etichetta:
Genere: Doom 
Anno: 2014
Nazione:
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80

Finalmente! Questa è stata la prima cosa che ho pensato quando sono venuto a conoscenza che i veronesi Epitaph avrebbero pubblicato il loro full length di debutto, a oltre vent’anni dal loro primo demo, quel “The Lord Of Evil” che ne creò il culto. Per chi non conoscesse la storia degli Epitaph, basta dire che tra le loro fila troviamo due ex membri dei Black Hole, il batterista Mauro Tollini e Nicola Murari, qui nella veste di bassista. I due, dopo esser usciti dai Black Hole, formarono prima i Sacrilege, realizzando un demo, e poi gli Epitaph. Sotto questo marchio e con qualche aggiustamento nella lineup, che portò al momentaneo abbandono di Murari, i Nostri realizzarono tre demo a cavallo tra gli anni Ottanta e la prima metà dei Novanta, che diventarono subito oggetto ambito tra i collezionisti. Subito dopo il terzo demo si persero le tracce della band veronese che ritrovò comunione d’intenti nel 2012, quando l’inossidabile Tollini convinse Murari, vecchio compagno d’avventura e amico, a riprendere il suo posto nella band. Arrivarono anche due nuovi innesti, il cantante, ex All Soul’s Day, Emiliano Cioffi ed il talentuoso chitarrista Lorenzo Loatelli. Una serie di eventi che portarono nuovo entusiasmo in seno alla band.

 

Grazie a questo nuovo entusiasmo e, forse, grazie anche al periodo che ha riportato in auge sonorità doom oriented, i Nostri si rimettono all’opera ed attirano le attenzioni della sempre più attiva High Roller Records. Il passo successivo si chiama “Crawling Out Of The Crypt”, debut album per la storica band veronese. Il disco è stato registrato agli Opal Arts Studios, in provincia di Verona, per poi essere affidato alle sapienti mani di Patrick W. Engel dei Temple Of Disharmony. Il risultato è un suono potente, al passo coi tempi ma che, contemporaneamente, trasmette un flavour d’annata. Uno dei motivi di questo “retrogusto” dal sapore “passato” è sicuramente imputabile al fatto che il disco presenti soprattutto materiale estratto dai tre demo, qui in una nuova veste. Quella sensazione, simile ad una aura magica, che pervadeva la maggioranza delle composizioni horror/doom oriented made in Italy di quegli anni – basti pensare a nomi quali Death SS, Paul Chain, Black Hole e Malombra giusto per citarne qualcuno – rivive in questo lavoro. Ma quindi come suona il disco? Questa la domanda che vi starete sicuramente ponendo. La risposta non è così semplice. Proviamo ad immaginare un mix tra i Candlemass “Chapter VI” era, primi Trouble, elementi settantiani di scuola sabbatiana ed aggiungiamo quell’ aura oscura citata poc’anzi.

Crawling Out Of The Crypt” si apre con “Beyond The Mirror” una delle canzoni più ispirate del disco. Dopo un inizio fatto di agghiaccianti suoni simili allo stridere di cancelli, la canzone prende vita, ruotando attorno a un riffone spettrale della chitarra di Loatelli. La batteria di Tollini è estremamente precisa così come il basso di Murari. La canzone si evolve in varie anime presentando anche uno stacco al limite del progressive nella sua parte centrale. Ottima l’interpretazione di Cioffi alla voce che, come potremmo ammirare in tutta la durata del disco, in più di qualche frangente riporta alla mente David Bower degli Hell. Va rimarcata l’ottima produzione, valore aggiunto in una traccia senza punti deboli. La successiva “Ancient Rites”, pur essendo un pezzo da novanta, risente il fatto di venire subito dopo la magniloquente traccia d’apertura. Ascoltata singolarmente produce un altro effetto sull’ascoltatore ma nell’interezza del disco risulta penalizzata da un posizionamento poco felice. Con “Sacred And Prophane” sobbalziamo nuovamente sulla sedia. Una canzone che riesce a trasmettere all’ascoltatore varie emozioni grazie alla sua continua evoluzione. Fanno inoltre capolino elementi del passato del duo Tollini-Murari, elementi riconducibili ai Black Hole di “Land Of Mystery”. Nel finale di traccia abbiamo un’ulteriore sorpresa, Gianni Nepi, dei leggendari Dark Quarterer, duetta in maniera magistrale con Cioffi al microfono. “The Battle Of Inside” è una canzone dalle due anime. Una prima parte abbastanza piatta, tenuta a galla da una grande performance di Cioffi, ed una seconda parte più efficace che ci guida verso l’altro apice del disco, la splendida “Daughters Of Lot”. A farla da padrone è il basso di Murari e la solita super prestazione di Emanuele Cioffi. Una traccia dalle forti tinte Candlemass e che, nei suoi abbondanti nove minuti, presenta varie sfumature, catturando l’ascoltatore. Nove minuti che sembrano scorrere in un soffio. In “Loser One” gli elementi riconducibili ai Trouble sono più marcati e l’accelerazione finale sa tanto di Death SS dei primi due dischi. La successiva “Necronomicon”, che si apre con un oscuro intro, è la canzone più heavy del lotto, sorretta da un riff accattivante e da una batteria valorizzata dall’ottima produzione. Il disco si chiude con “Confuse The Light” riportandoci in quell’heavy doom oscuro che caratterizza la band. Anche in questa traccia, della durata di quasi otto minuti, troviamo varie anime che tengono l’ascoltatore sempre incollato alle casse dello stereo. Passaggi doom si alternano a parte più melodiche, per poi lasciare spazio ad un passaggio ricercato in cui spicca il basso di Murari. La canzone, nella sua parte finale, ritorna sui lidi classici del doom e fa capolino un bel passaggio di pianoforte.

 

Crawling Out Of The Crypt” è un disco di elevata qualità che finalmente rende giustizia agli Epitaph. Una band che avrebbe dovuto arrivare al debut album molti anni fa ma che, invece, come una sorta di ritornello che suonava tristemente comune a tante band italiane dell’epoca, non ci riuscì. Un disco che va visto come una sorta d’urlo di rivincita nei confronti della sfortuna. Un disco che mette in evidenza una band viva e carica di passione, una band composta da musicisti dotati d’un gran bagaglio tecnico e d’esperienza. La prova fornita dai quattro è semplicemente perfetta e valorizzata, come gia più volte espresso, da una produzione curata al dettaglio. Un disco che si presenta bene anche nella sua veste grafica con una copertina che sa di heavy/doom fino al midollo. Da segnalare inoltre che nella versione in vinile troviamo la bonus track “Crying Puppets”, la più sabbathiana del lotto. Non rimane che augurarvi buon ascolto, perché “Crawling Out Of The Crypt” non deluderà!

 

Marco Donè

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