Recensione: Crimes Against Reality

Di Andrea Poletti - 14 Maggio 2016 - 8:22
Crimes Against Reality
Band: Game Over
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2016
Nazione:
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75

A suonare Thrash metal oggi sono in grado tutti, siamo sinceri, creare un album di un genere che non ha mai avuto una innovazione al suo interno negli ultimi quindici venti anni, non è cosa difficilissima; un mondo a se stante lontano da ognuna di quelle rivoluzioni che si sono succedute all’interno di altri generi nelle decadi passate. Le basi le conoscono anche i muri e tutto il resto è storia arcinota, ma suonarlo bene oggi è cosa che accade difficilmente, sopratutto quando tutto è già stato creato e riscritto molteplici volte. I Game Over non inventano nulla, non rivoluzioneranno il mercato ma offrono sul piatto questo nuovo terzo album che dimostra una volta per tutte quanto la potenzialità dei nostri sia di notevole spessore, un bella realtà da tenere sottocchio. Con una formazione completamente inalterata, il gruppo offre una visione matura e sostanzialmente inattaccabile del concetto di thrash metal made in Italy; un disco che ha dalla sua una chiara influenza di un passato che non accenna ad andare in pensione fatto di grinta, passione e dedizione alla causa.

Cosa è veramente cambiato in casa Game Over? Cosa offre di più sul piatto “Crimes Against Reality” che prima ci era sfuggito dei due dischi antecedenti?

Se i primi due album erano senza ombra di dubbio validi e ben congegnati, questo terzo capitolo ci propone una visione d’insieme più amplia e variegata, attraverso tracce che riescono a colpire nel segno andando ad elevare lo spettro compositivo, lasciando capire che non si vive di sola gloria. Questo dovrebbero impararlo anche certi grandi nomi, ma sono argomenti che a noi toccano discretamente poco in questo contesto. Un thrash made in US, dove la scuola della bay area degli anni ’80 viene ad emergere prepotentemente per dare vita a brani dinamici, groovy e senza molte lacune, il duo iniziale formato da ’33 Park Street’ e ‘Neon Maniacs’ offre un compendio di quello che dovrebbe essere l’ABC del genere, attraverso cambi tempo, sincronizzazioni tra i due chitarristi come si sente raramente e degli assoli creati ad hoc senza mai diventare fini a se stessi. Come da copione ovviamente la terza traccia è dedicata al lentaccio, che diventa una canzone ottimamente scritta attraverso un arpeggio semplice ed efficace, come una sorta di tributo ai “Big” (plurale non a caso, non facciamoci fregare) di San Francisco e a tutto quello che la loro storia ha portato in dono oggi. Certamente alcune delle sonorità dei precedenti album, che tangenzialmente andavano a toccare sfumature dell’hardcore, oggi sono ancora leggermente presenti, ma meno visibili e prepotenti; la superficie non è così cristallina come qualche anno addietro e ci si ritrova di fronte a ‘Just a Little Victory’, ‘Gates of Ishtar’: due delle canzoni più contorte e dinamiche dell’intero lotto. L’essere prevedibili ovviamente è ancora nell’aria, ma a differenza di qualche anno addietro c’è un marcata sensibilità e volontà nel voler sorprendere a tutti i costi, riuscendoci poi anche con lode. I Game Over hanno tirato fuori il meglio e anche se il tempo trascorso dalla precedente release è discretamente breve, soli due anni, con la ‘Titletrack’ e la conclusiva ‘Fix Your Brain’ riusciamo a scorgere questa netta progressione stilistica che dovrebbero essere da esempio a chi va in giro a dichiararsi musicista, senza riuscire a mettere insieme due accordi decenti e con l’animo necessario. Senza entrare nel specifico, è l’animo e la passione con cui è stato scritto questo disco che consente a “Crimes Against Reality” di diventare un ottimo album in ambito thrash non solo per quest’anno ma per il breve futuro, ponendosi quale piccolo punto di riferimento per gli avventurieri del genere. Se non crei col cuore, puoi anche lasciare tutta la strumentazione in un angolo a prendere polvere perché il risultato diventa mero esercizio e routine stilistica.

Un buon album dunque che risente semplicemente del fatto di non inventare nulla, ma detta tra noi chi è che oggi inventa qualcosa nel thrash? Giovani, aitanti e con il vento in poppa i Game Over sono a tutto e per tutto insieme a Ultra Violence e Injury una delle più belle realtà Italiane in ambito Thrash metal che devono a tutti costi diventare modello e ispirazione per i giovani, per i metal kid con pantalone stretto, adidas bianca alla caviglia e maglietta senza maniche color nero degrado. L’Italia è una locusta sempre più in balia dei tempi che cambiano e senza cuore, ma a volte fortunatamente qualcuno ci ricorda che non tutto è perduto. Chapeau.

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