Recensione: Crownless Majesty

Di Beppe Diana - 28 Febbraio 2002 - 0:00
Crownless Majesty
Band: Isengard
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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85

Idolatrati in Giappone nonché uno dei nomi di punta della scena true metal underground del loro paese, gli svedesi Isengard confermano ancora una volta d’essere una band fuori da ogni schema prestabilito confezionando uno dei platter più belli e ricchi di feelings che mi sia capitato d’ascoltare nell’anno appena trascorso.

Pensate che con il fantastico “Crownless Majesty”, i nostri varcano addirittura la soglia del quarto album autoprodotto, cercando ancora una volta di scrollarsi di dosso quello status di cult band che sicuramente non gli si addice. Devo ammetere che avevo poco gradito il loro precedente “Enter the dragon empire”, un’album molto piatto e alquanto scialbo, per questo mi sono avvicinato al suddetto cd con qualche perplessità e patema d’animo, temendo di prendere un’altra bidonata. Ed invece dopo il primo ascolto mi si sono dischiuse le porte del paradiso.

Rispetto al precedente lavoro in studio, gli Isengard mi sono sembrati molto ma molto più maturi e duttili, dimostrando di saper andare oltre ai classici steriotipi delle bands true metal dell’ultimo periodo, questo grazie anche ad un lavoro di songwriting davvero eccelso che in alcuni brani prevede l’innesto di una sezione di musicisti da camera in cui, oltre ai classici strumenti come i violini, la viola e il contrabbasso, trova posto anche il basoon, tipico stumento a fiato usato anche in Inghilterra per la caccia alla volpe. Giuro che alcune volte sembra proprio di ascoltare una colonna sonora tratta da qualche film ispirato alla “sword and sorcery” tipo “Conan il barbaro”, e il pathos e l’interpretazione emanate dal nuovo vocalist Linus Melchoirsen, non fanno altro che aumentare le quotazioni di un’album stupefacente.

A tal uopo l’ascolto di gemme come “Legends“, splendido coacervo di epic/power e musica sinfonica, o la struggente ballads “Poltava” mi sembra addirittura d’obbligo. Un’album per tutti i veri defender, cioè per quelli che hanno fatto della fede metallica un loro stile di vita, per tutti gli altri che sono defender solo a parole, meglio che lascino perdere, e chi ha voluto capire ha capito!!!

Tracklist:

01) Dreamland
02) Coming home
03) The winds of war
04) Stormcrow
05) Dragon Empire
06) Shadows of light
07) The crownless majesty
08) Armour of gods
09) Poltava
10) Eye of the storm

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