Recensione: Cuts Like A Diamond

Di Alex Casiddu - 14 Settembre 2013 - 16:04
Cuts Like A Diamond
Etichetta:
Genere: AOR 
Anno: 2013
Nazione:
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84

Oltre trent’anni di carriera, altrettanti milioni di dischi venduti, un posto nella Hall of Fame Australiana come una delle band più importanti del paese e primo gruppo a piazzare un proprio brano nella top ten americana per sei anni consecutivi…questi sono i Little River Band.

A distanza di cinque anni dall’ultima uscita discografica “A Little River Band Christmas”, la leggendaria band proveniente dall’emisfero australe torna sulle scene con “Cuts Like A Diamond” su Frontiers Records, già di per se una garanzia.
La prima cosa a colpire è la copertina, dove un’elegante ed avvenente fanciulla si diletta ad intagliare il vetro di una teca con un diamante custodito al suo interno.

Il resto lo fa la musica, o meglio i Little River Band, strumentisti di indubbia classe che sembrano fare, con disarmante normalità, quello che per molti loro colleghi è pura fantascienza.
Sono sufficienti i primi pezzi in scaletta – “The Lost And The Lonely”, “Forever You Forever Me” e “Cuts Like A Diamond” – per avere la riprova di quanto scritto ad inizio recensione: melodie ispirate, produzione pulitissima, ritornelli accattivanti e, pur restando sempre fedeli ed ancorati al rock melodico, una varietà che rende ogni composizione dinamica e diversa dalla precedente.
Come preventivabile, il clou viene raggiunto nei momenti più intimi: “I’m An Island”, “Someone” e la conclusiva “Love Is” sono ballad in grado di emozionare anche il cuore dei rocker più duri.
Le chitarre si destreggiano con la massima disinvoltura in ogni canzone, e proprio al trio Herring / Hind / Housden va una particolare nota di merito per quanto fanno imbracciando le loro sei corde.

Nella seconda metà del disco va segnalato, per dovere di cronaca, qualche calo di tensione: fortunatamente il tutto si limita a non più di tre tracce che, è bene dirlo, trasmettono questa sensazione, solo ed esclusivamente per gli altissimi standard qualitativi di quanto ascoltato fino ad ora.
Ed è altresì importante sottolineare che episodi definiti “minori” per i Little River Band, per altri sarebbero hit eccezionali.
Quando ci si trova innanzi ad un lavoro così ben fatto e senza smagliature, è pressoché superfluo lanciarsi in commenti e ricami letterari sullo stile delle canzoni o le strutture strumentali: tutto è al top e la cosa migliore da fare è reperire, in ogni dove, quanto più possibile su questo gruppo e goderselo a più non posso, nota dopo nota.

Non saranno dediti alle sonorità dure cui solitamente siamo abituati qui su Truemetal – anche nell’ ambito del rock melodico – ma qua si parla di musica con la M maiuscola. Quella oltre ogni genere ed etichettatura e destinata a durare per sempre, a dispetto delle mode del momento.

Avviso ai naviganti: salite a bordo, tutto è pronto per salpare lungo il “Little River”

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