Recensione: Cyberian Tales

Di - 13 Maggio 2012 - 0:00
Cyberian Tales

Tra tanti album di debutto, spicca nel panorama del prog metal nostrano quello degli Eyes Of Soul.
Formatosi a Milano nel 2001 con il monicker di Cyberian Tales, il gruppo muove i primi passi come prog/power cover band (Dream Theater e Angra), per poi cambiare nome in quello odierno in concomitanza con la pubblicazione del EP “Prologue” (2005), registrato presso lo studio di Mattia Stancioiu, batterista dei Labyrinth.

Avvalendosi ancora della collaborazione di quest’ultimo e degli House of Audio Studios in Germania per il mastering, gli Eyes Of Soul portano finalmente alla luce sul finire del 2011 il loro primo full, omaggiato con il primo nome della band e molto ben curato in ogni sua parte, dalla produzione, sino alla presentazione al pubblico. La copertina, infatti, colpisce sin da subito e ci mostra un uomo nudo, con il volto coperto da bende che lasciano visibile un solo occhio, rannicchiato, spaventato e circondato da macerie (il suo mondo). Sullo sfondo una città fantascientifica (il rifugio), distante da lui, vero protagonista dell’omonima concept track, cuore pulsante di Cyberian Tales. Da notare anche la presenza di un corposo libretto di venti pagine, con uno specifico disegno (che sfiora la fotografia), per ogni brano.

La storia narra di un uomo comune, The Dreamer, che rifiuta la realtà in cui vive: la sua mente durante il sonno crea una realtà fittizia, un luogo dove finalmente può sentirsi libero dalle costrizioni della realtà a cui è legato. Questo luogo si chiama Cyberia.
Attraverso un viaggio immaginario, il protagonista raggiungerà la consapevolezza che non può vivere lì, e che solo cambiando la percezione della sua esistenza, attraverso azioni e pensieri concreti, potrà essere veramente padrone della sua vita.

“If I succeed in appeasing my thirst by means of the dreams that I am drinking, I need not wake up in order to satisfy it”.
Questa frase tratta dall’Interpretazione dei sogni di Freud, una porta cigolante che si apre e l’aumento di frequenza di un battito cardiaco, sono gli elementi che costituiscono “Prologue”, vera e propria intro, che lascia immediatamente spazio a un’esplosione di tastiere siderali, seguite dalla delicata armonia di un pianoforte nel brano “The Dreamer”, primo dei cinque capitoli di cui si compone la title track.
Già dalle prime battute si capisce che la tecnica è stata messa al servizio della melodia; il gusto presente negli assolo di chitarra, una batteria che denota classe e precisione ma che non si fa mai invasiva, seguita a ruota da un’impeccabile basso e una tastiera che con i suoi effetti rende l’etereo quasi palpabile, sono i punti i forza dell’impianto stilistico che verranno rimarcati per tutto l’ascolto.
Discorso a parte merita la voce, che esprime sì un cantato melodico ma che si ritrova soffocata nel cercare di proporre tonalità alte, appesantendo la fluidità del pezzo.

Anche la seguente “Cyberia”, ineccepibile dal punto di vista strumentale – bellissimo assolo di chitarra oltre a ritmiche avvolgenti – necessiterebbe di un diverso cantato, con un minor utilizzo di vocalizzi che possono, alla lunga, indurre alla noia l’ascoltatore. Il riscatto vocale giunge in “Strange Skies”, pezzo dove l’interpretazione ci rende davvero partecipi della sofferenza del protagonista, sino alla presa di coscienza finale.
Con “Maelstrom”, unica strumentale del disco, gli Eyes Of Soul danno forse il loro meglio: aggressivi riff di chitarra, tastiere ipnotiche e una batteria che scandisce rallentamenti e improvvise accelerazioni, ci avvolgono e ci trascinano in un gorgo fatto di pura melodia. Impossibile stancarsi nell’ascolto.
Continui cambi di tempo e ritmiche sono invece la struttura portante di “Past Memories” ciliegina finale di questo mini-concept.

Ancora i sogni, la fuga dalla realtà, i desideri e le paure umane si dipanano negli ultimi tre brani “AngHell”, “Black Madam” – che strizza un po’ l’occhio ai Dream Theater e che si gioverebbe di un cantato più aggressivo per renderla ancora più incisiva – e  “Closer”, brano quest’ultimo che porta non pochi spunti di riflessione.

La scelta di puntare sulla melodia si dimostra vincente per questo esordio, che in tal modo risulta piacevole e di facile assimilazione. In un genere sempre più inflazionato da band che puntano solo sulla tecnica per stupire, questo può tranquillamente essere considerato un segno distintivo: con una migliore attenzione a livello vocale – auspicabile nel prossimo lavoro – gli Eyes Of Soul non possono pertanto che intravedere dinanzi loro un futuro luminoso.

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Tracklist:

01)    Prologue
02)    Cyberian Tales
          I.The Dreamer
          II. Cyberia
          III. Strange Skies
          IV.Maelstrom
          V. Past Memories
03) AngHell
04) Black Madam
05) Closer

Line Up:

Alessandro Forgione: vocals
Francesco Cribori: bass
Luca Castellazzi: Guitars
Andrea Castellazzi: drums
Stefano Michelon: keyboards