Recensione: Dååth

Di Emanuele Calderone - 8 Novembre 2010 - 0:00
Dååth
Band: Dååth
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

E’ passato appena un anno dall’ultima fatica dei Dååth, che arrivano con il nuovo “Dååth” al quarto full-length della carriera, secondo sotto l’ala protettrice della label Century Media.

Divenuti famosi tra i cultori del death metal sperimentale grazie ad una manciata di dischi gradevoli e ad un’ottima preparazione tecnica, i cinque americani continuano, anche in questa sede, a proporre una commistione di death metal melodico, musica elettronica e qualche accenno -core, senza disdegnare qualche breve stacco black melodico.
A mettersi subito in evidenza è sicuramente il guitar work proposto dal duo Levi/Werstler decisamente elaborato e potente. Il riffing, incalzante ed intricato, innalza un muro sonoro di sicuro impatto, risultando al contempo violento e melodico. La sezione ritmica risulta allo stesso modo compatta e veloce oltre che estremamente varia e mai scontata nel suo incedere. A tal proposito, la presenza di un certo Kevin Talley (batterista fra gli altri di Decrepit Birth, The Red Chord e Dying Fetus, giusto per citarne alcuni) aiuta notevolmente.
Il cantante Sean Zatorsky offre una buona prova, mostrandosi a suo agio dietro al microfono sia nel growling che nello screaming. La sua voce risulta abbastanza duttile e gradevole, seppur non particolarmente originale.
Il disco consta di ben tredici pezzi dalla durata piuttosto breve (“Arch (Enemy) Misanthrope” con poco più di 5 minuti è la più lunga del lotto), che si susseguono scorrendo via senza risultare noiosi.
L’apertura viene lasciata a “Genocidal Maniac” che in quasi 4 minuti vomita sull’ascoltatore tutta la violenza di casa Dååth. Il brano viene introdotto da una lunga sessione strumentale, per poi sfociare in un death metal moderno sporcato in più punti dal metalcore di matrice americana.
Continuando nell’ascolto si incontrano vari episodi dotati di spunti notevoli, tra questi “Double Tap Suicide”, della quale si può apprezzare un intramezzo strumentale dal gusto neoclassico. Ancora, tra i pezzi di maggiore interesse citiamo “Oxigen Burn” ed “Accelerant” che con il loro death/thrash a-là Strapping Young Lad tirano fuori l’anima più moderna della band.
Buona anche “Destruction/Restoration” che si muove su binari melodeath, riportando alla mente i migliori Arch Enemy, ma rielaborando il tutto con gusto e personalità. Da sottolineare la prestazione di chitarre e batteria, intente a costruire una base musicale potente quel tanto da far scuotere la testa anche all’ascoltatore più smaliziato.
A pezzi così ben riusciti se ne affiancano altri più di mestiere e proprio per questo meno originali ed interessanti, nei quali l’anima della band non riesce ad emergere in maniera adeguata. Nella fattispecie sono canzoni quali “Indestructible Overdose”, “The Decider” (i pochi secondi introduttivi strumentali ricordano da vicino certe soluzioni adottate anni fa dai Korn) e “Arch (Enemy) Misanthrope” con il suo deathcore melodicissimo, a non convincere particolarmente e a lasciare davvero poco dopo l’ascolto.
Il resto delle tracce si mantiene su livelli qualitativi dignitosi, alternando momenti più “old-school” e classici ad altri più moderni e “modaioli”, senza comunque scadere troppo nel ripetitivo o nel plagio.

A conti fatti tale disco si dimostra un prodotto nel complesso più che sufficiente, con un discreto numero di buoni pezzi e poche cadute di stile, che comunque non influiscono troppo negativamente sulla votazione finale.
Arrivati a questo punto, non resta altro che chiedersi quando questi ragazzi compiranno il salto di qualità li porterà ad essere tra gli esponenti di maggiore spicco di un intero movimento musicale e non solo una band capace di sfornare platter discreti.
Forse manca quella voglia di vera sperimentazione che aveva caratterizzato i primi lavori della band, ma se avete amato i vecchi full-length non fatevi sfuggire questo album, che saprà darvi numerose soddisfazioni.

Emanuele Calderone

Discutine sul forum nel topic relativo

Tracklist:

01- Genocidial Maniac
02- Destruction/Restoration
03- Indestructible Overdose
04- Double Tap Suicide
05- The Decider
06- Exit Plan
07- Oxigen Burn
08- Accellerant
09- Arch (Enemy) Misanthrope
10- Manufactured Insomnia
11- A Cold Devotion
12- N.A.T.G.O.D.
13- Terminal Now

Ultimi album di Dååth

Band: Dååth
Genere:
Anno: 2010
70
Band: Dååth
Genere:
Anno: 2009
72
Band: Dååth
Genere:
Anno: 2007
71