Recensione: Damnation’s Flower

Di Giorgio Vicentini - 20 Aprile 2006 - 0:00
Damnation’s Flower
Band: MayDie
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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67

I MayDie sono una giovane band che cerca di proporsi in un settore ostico come quello del death melodico e progressivo, nel quale non è agevole farsi notare senza essere dotati di tecnica, fantasia ed estro.

Alla luce di Damnation’s Flower posso dire con tranquillità che qualche carta da giocare i MayDie ce l’hanno, forti di una buona padronanza esecutiva, se rapportata alle ovvie pretese del settore, della giusta dose di fantasia e di regolata-sregolatezza correttamente imbrigliate entro costruzioni musicali in evoluzione. Da questi presupposti derivano controtempi, cambi di ritmo, accelerazioni e pregevoli collegamenti tra un tema musicale e l’altro; insomma, il quintetto ha buone idee e non si getta senza criterio in un’avventura musicale che non gli si addice.

Tutto questo, però, non significa che i MayDie siano già dei campioni assoluti. Per loro ci sarà il modo ed il tempo di crescere ancora, intanto dovrebbero provare a lavorare sulle vocals, non pienamente convincenti come mi sarei atteso, o sulla pulizia esecutiva, che in questo settore è in grandissima evidenza e praticamente obbligatoria.
Malgrado le critiche e visto nel complesso, Damnation’s Flower è interessante, costruito con cognizione e curato nell’aspetto grafico come si confà ad un’autoproduzione di qualità che, se si trattasse di un full lenght, avrebbe bisogno di un’obbligatoria iniezione di vitamine sonore nelle chitarre dalla forza altalenante. 

Qualche passaggio farraginoso non manca, ma scrivere pezzi tutt’altro che banali o sempliciotti non è facile, come costruire strutture impegnative e dinamiche, che richiedono quel gusto per la melodia ben presente soprattutto negli assoli, molto importanti per l’economia complessiva dei brani. 
Al momento, trovo rilevante che in ognuno dei cinque capitoli ci sia almeno uno spunto di rilievo, tra cui cito la linea melodica principale di “Disharmony“, che si fa notare piacevolmente soffrendo però della peggiore equalizzazione delle chitarre di tutto il disco, oppure la bella cavalcata che sotto-sotto lavora sull’assolo centrale di “Where I Lie“, ed il finale prezioso della title track “Damnation’s Flower“, breve ma segno di eleganza.

Spero vivamente che i MayDie crescano sani e forti, perché le qualità per cavarsela più che degnamente nel loro settore le hanno.

Tracklist:
01. Introspective 
02. Near Death 
03. Disharmony 
04. Where I Lie 
05. Damnation’s Flower

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