Recensione: Dark Knight

Di LeatherKnight - 31 Luglio 2002 - 0:00
Dark Knight
Band: Dark Knight
Etichetta:
Genere:
Anno: 1985
Nazione:
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66

Se un giorno vi imbattete in un disco tutto nero, con copertina del medesimo colore, al cui centro campeggia una scritta bianca, grande, e questo disco viene identificato da un inquietante codice DK-666-SS, state attenti. Guardate a destra e sinistra, in alto ed in basso. Vendetevi l’anima per ottenerlo (poi capirete perché) e iniziate a correre come un fulmine. Non vi voltate fin quando non sbarrate la porta di casa.

No, non si tratta di un riservatissimo documento dei servizi segreti della più grande potenza militare-economica del mondo, ma avete tra le mani il rarissimo disco dei cult heroes americani Dark Knight. Roba per cui certa gente sarebbe disposta a fare follie; giusto perché è una mega-rarità (500 copie furono distribuite nel mondo, altre 300 vennero accidentalmente distrutte in fase di stampa).

Chiarito questo punto, è d’obbligo dire che musicalmente l’album invece stagna in un marcato anonimato. I brani qui contenuti, in certi passaggi anche buoni, di certo non valgono da soli il prezzo (una roba esagerata..un’eresia di soldi) a cui questo dischetto viene venduto (assai raramente).

Il sound proposto dal “Cavaliere Oscuro” è un per nulla straordinario classic metal di stampo americano pesantemente epicizzato da buone vocals, uno speciale guiatwork (l’elemento più pregevole dell’intero disco) e piccoli effetti evocativi sparati qua e là.

Stop. Rispettiamo enormemente lo stato di Kulto Assoluto, l’aura di sacralità che gravita su questo disco e sul nome di questi misteriosi cavalieri dell’epic più misconosciuto; ma obiettivamente non possiamo spingerci oltre con la valutazione (già riferita non soltanto alla qualità della proposta musicale). I puristi storceranno forse il naso, ma lanciare voti altissimi, giusto perché questo disco -non voglio offendere nessuno- pressoché vuoto è ultra raro, sarebbe stato un torto imperdonabile per tutti gli altri gruppi (magari anche più cult e non) recensiti su questa webzine.

Sarà un caso o la volontà del Maligno (ormai di casa nell’immaginario Heavy Metal), ma fortunatamente ognuno è libero di interpretare questo 66 come meglio gli aggrada. Un semplice richiamo al codice di questo mlp? Una sufficienza tendete a qualcosa in più, ma che è impossibile concedere? Un tributo a quelle sonorità “adorate da sette di pochi eletti” che adorano “ciò che non ha quasi mai visto la luce del sole”? Meglio non dare una risposta…

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

– The Grass (is greener)
– Cabin Fever
– When All Else Fails
– The Return of the Dark Knight

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